Se HBO e Netflix fanno incetta di Emmy in queste ore, Disney Plus presenta al suo pubblico La società segreta dei principi minori, film originale in uscita il 25 settembre in streaming e compreso ovviamente nell’abbonamento Disney+. Stranamente non adattato da qualche libro per ragazzi scritto in Nuova Zelanda, il film si rivela un teen X-men se proprio volessimo dargli una definizione e un paragone, realizzato però con idee trite e fattori di produzione/attoriali davvero di seconda serie.
La pellicola diretta da Anna Mastro narra la storia di Sam, giovane ragazza ribelle appassionata di musica rock, caratteristiche che spesso si trovano in quelle sorelle minori un po’ ignorate in una coppia dove la perfettina maggiore si prende tutte le attenzioni. Perché infatti Sam non è solo una tipa tosta come tante altre, bensì la secondogenita della famiglia reale di Illyria (stato europeo fittizio, girato in location per qualche ragione a Toronto), destinata a non ricevere quel trono promesso alla sorella Roxana.
Siamo una squadra ricchissimi
Sam non ha necessariamente le caratteristiche giuste per regnare (e non desidera salire sul trono già di suo), ma essere la seconda in linea di successione resta una responsabilità davvero grossa, così come mantenere un certo atteggiamento e decoro che la famiglia reale le imporrebbe, mentre lei vorrebbe solo suonare e divertirsi con gli amici. In una classica situazione da teen movie, il rapporto con la madre (Elodie Young, già vista in Daredevil) si deteriora fino a esplodere: quello che servirebbe a Sam è una valvola di sfogo, una via di fuga dalle responsabilità e dalla relativa gioia che l’incombente incoronazione della sorella le comporta. E per sua fortuna (ma anche grande incredulità), questa distrazione le si paleserà davanti con il nome de “La società segreta dei principi minori”.
In pratica, e qui sta l’idea strana alla base del film, in giro per il mondo i secondi nati nelle famiglie monarchiche possiedono per qualche ragione dei superpoteri. Si va dal respirare sott’acqua al comandare gli insetti (Naruto reference?), passando per poteri più classici come il controllo mentale o la moltiplicazione. Quindi niente corona ma in cambio un superpotere: un trade/off neanche così svantaggioso, anzi. La società segreta dei principi minori è la diretta conseguenza di questi poteri: un’associazione nascosta che riunisce questi adolescenti (ma che, crescendo si perdono i poteri o si viene licenziati?) per difendere il mondo da minacce miste. Riflettendo per un attimo se l’un tempo ribelle Principe Harry sia passato da questo gruppo, la storia del film seguirà principalmente l’allenamento e il conoscersi di questi ragazzi, prima di passare maldestramente a risolvere una non creata tensione e minaccia di un non meglio identificato villain il cui crimine principale sembra quello di avere la barba, mettersi la giacca di pelle e tirare al massimo un paio di smatafloni alla gente che lo ostacola.
Avanti Savoia! Indietro Savoia!
La composizione del team di supereroi improvvisati è il festival dello stereotipo condito da accenti britannici molto marcati. C’è Sam, la ribelle e già citata protagonista, c’è il figaccione sciupafemmine, c’è la ragazza vanesia/influencer, c’è lo sfigatone dal cuore d’oro e l’unica un po’ svampita e gentile, tutti cliché drammaticamente già visti in decine di anni di filmografia per ragazzi. Si tratta di un cast giovane che probabilmente andrà lontano, ma la banalità dei dialoghi, dell’intreccio e delle situazioni (abbiamo giusto apprezzato che tutto non si sia risolto in una festa dell’ormone) davvero non può far altro che annoiare il pubblico adulto. Per i più piccoli, anche il target chiaro dobbiamo dire di questo film, magari sarà più facile immedesimarsi, ma qui viene al nodo anche un altro lato di questa produzione Disney che non abbiamo apprezzato.
La società segreta dei principi minori infatti ha una storia che incensa abbastanza la monarchia e non riesce a far troppo empatizzare il pubblico con i suoi viziatissimi, bellissimi e privilegiatissimi protagonisti: una delle caratteristiche delle storie di super-eroi è anche quella di narrar di valorosi venuti dal nulla, dal popolo, che salvano il mondo da minacce incredibili. Qui è come se Emanuele Filiberto venisse a difenderci a spada tratta su un cavallo bianco da un borseggiatore.
E tutto questo senza considerare una colonna sonora da videogame di infimo budget, degli effetti speciali davvero rivedibili e soprattutto una cronica mancanza di pathos: un po’ data dalla narrazione che per un’ora non presenterà nessun antagonista, per poi risolvere la minaccia di questo villain improvvisato nei meno di 30’ rimanenti. Ah e non farà neanche ridere. Mai.
Provaci ancora, Sam
La società segreta dei principi minori voleva essere un po’ X-Men, un po’ Spy Kids per una nuova generazione e forse troverà comunque degli ammiratori tra il suo pubblico di riferimento. Per gli altri rimane un film dal sapore del pomeriggio domenicale di Italia 1 di vent’anni fa, senza però quella genuinità e amore per una cinematografia che produzioni come Stranger Things e Cobra Kai sono riuscite invece a riproporre con maestria. Peccato: dopo il buon L’unico e insuperabile Ivan, Disney+ torna a un buco nell’acqua paragonabile a quello di Artemis Fowl (forse non così pesante, ma siamo lì), evidenziando una tendenza preoccupante. Le produzioni cinematografiche di per fare un esempio Netflix negli ultimi anni sono state decisamente di qualità altalenante. Spesso ci troviamo di fronte a film che presentano dei nomi interessanti in locandina ma che alla fine della fiera risultano parecchio impacciati nella loro esecuzione, sebbene l’idea alla base sia quantomeno originale (ci mettiamo i recenti Project Power e Le Strade del Male).
Progetti inediti Disney Plus come questo, Stargirl e Timmy Frana paiono proprio film di un’altra era, girati goffamente, destinati unicamente a un target di molto molto giovani. E tutto ciò ci può anche stare, trattandosi comunque di Disney, ma se la qualità dovesse rimanere questa anche nel prossimo futuro, per i ragazzi c’è davvero molto di meglio da pescare altrove o persino sempre all’interno del catalogo Disney+, andando a rispolverare qualche vecchia gloria anni ’80 e ’90, in grado di insegnare qualche valore vero e intrattenere senza bisogno di battute sui followers e Instagram.