Passa dal lido per la celebre mostra del cinema, la voce di un’altra eccellenza italiana, la voce di Paolo Villaggio. Sorvola mura del tempo, elevata da nebulosi ricordi, inframezzati da quelle più vividi (ma non meno ingannevoli) di chi lo ha conosciuto. E proprio di questi si serve Mario Sesti per il suo documentario “La voce di Fantozzi” al fine di descrivere un personaggio, di tratteggiarne l’uomo; il regista intervista tra gli altri la moglie Maura ed i figli Piero ed Elisabetta, ma anche colleghi quali Lino Banfi e Roberto Benigni, passando per Renzo Arbore e Neri Parenti.
L’attore genovese era ateo, non credeva nell’aldilà, dopo la morte nessun dubbio: “Non c’è nulla, fortunatamente”.
A soli due mesi dalla sua dipartita Venezia ricorda Villaggio, nel moto corale al quale nell’aldiquà ci aggrappiamo, quello della memoria.