Se nella prima puntata di Legion eravamo confusi non riuscendo a capire quale fosse il confine tra realtà e la folle mente di David Haller (Dan Stevens), in questa seconda puntata, Summerland, di certo le cose non sono migliorate, anzi!
Legion si prende gioco di noi e del protagonista stesso che è diviso tra passato e presente, trasportato in un viaggio mentale dal quale cerca di uscire.
David ora si trova nella sede segreta, Summerland, diretta dalla signora Melanie Bird (Jean Smart) che decide di sottoporlo alla sua terapia. Lo scopo della terapia è quello di far prendere coscienza a David delle sue potenzialità, ma soprattutto di riuscire a renderlo padrone dei suoi poteri e non succube. Tutto ciò lo porterà a confrontarsi con se stesso in prima persona e, come dice la Signora Bird, lo renderà completo. Il trattamento avrà luogo nella sua mente attraverso viaggi spazio-temporali nei suoi stessi ricordi, ma rivivere determinati episodi della sua vita non è facile, soprattutto per la continua presenza del fantomatico mostro dagli occhi gialli di cui ancora sappiamo molto poco. La scena più inquietante vede David ritornare nella sua cameretta dove da bambino suo padre, senza volto, gli raccontava non la favola della buonanotte, ma bensì un racconto macabro e terrificante, quasi ad essere una citazione del film horror Babadook.
Durante una mappatura della sua mente il nostro “eroe” riesce a visualizzare sua sorella che è andata a fargli visita all’istituto psichiatrico dove era ricoverato, ma che viene rapita dalla Divisione 3. Apprende così dell’esistenza di questa organizzazione governativa che vede i mutanti come minacce da controllare o, all’evenienza, uccidere. La signora Bird invece cerca di salvare i mutanti e proteggerli nel suo rifugio e vede in David una speranza che l’aiuterà a combattere la Divisione 3.
La fotografia, curata da Dana Gonzales e Craig Wrobleski, è di grande impatto soprattutto in questa caotica puntata. Riesce a creare un immaginario surreale, visionario e inquietante rispecchiando così la contorta mente di David.
Questo episodio è un vero e proprio trip, una continua successione di immagini scollegate tra loro che ci fa perdere l’orientamento e ci fa prendere le distanze dalla realtà. Una realtà che daltronde è oscura anche al protagonista, continuamente distratto e confuso dai suoi stessi poteri che lo imprigionano nei meandri della sua mente.
La puntata è una continua tensione, non ci sono momenti di pausa o di dispiegamento che possano darci respiro. Dobbiamo arrenderci al fatto che non assisteremo ad una racconto lineare e che forse non comprenderemo a pieno tutte le scelte del regista, ma non per questo non le apprezzeremo. Questo è sicuramente uno degli elementi rivoluzionari di Legion che si distacca dal modello supereroistisco Marvel dal quale nasce e a cui siamo abituati, non ponendosi l’obiettivo di rispettare la storia originale né quello di dover piacere ad un vasto pubblico, esprimendosi in piena libertà e innovazione.