Legion procede con estrema calma, nonostante si avvicini sempre più al giro di boa. Piuttosto che proporre un’accelerazione della trama, che sarebbe risultata più che giustificata alla luce del sequestro di Amy (Katie Aselton), Chapter 3 privilegia ancora una volta le atmosfere rarefatte e allucinate, quelle che si respirano nella mente di David Haller (Dan Stevens).
La priorità, dunque, rimane quella di scavare nella memoria del mutante per individuarne tutti i poteri. Un po’ come la gru protagonista di Tsuru no Ongaeshi, la leggenda giapponese menzionata a inizio episodio, David preferirebbe che alcune porte del suo passato rimanessero chiuse per i suoi nuovi compagni, soprattutto per Syd (Rachel Keller). A sorpresa, un aiuto, almeno in apparenza involontario, arriva dal Demone dagli occhi gialli, per il quale gli ospiti nella mente del giovane sono tutti indesiderati e da respingere.
Pure la scelta di sedare David si rivelerà inutile e, anzi, controproducente: proprio in questo frangente, infatti, i corridoi dei ricordi dell’uomo si faranno sempre più labirintici, claustrofobici e pericolosi, per Melanie (Jean Smart) e gli altri.
Il senso di smarrimento e l’angoscia trasmessi dai protagonisti allo spettatore conferiscono alla puntata delle vere e proprie sfumature horror, acuite dalla presenza di un’altra minaccia all’interno della mente di David: ha misteriosamente preso vita il protagonista di The World’s Angriest Boy in the World, l’inquietante libro che ha traumatizzato il mutante durante l’infanzia.
La componente onirica è predominante in Chapter 3, ma l’episodio non dimentica di dedicare il giusto spazio al rapporto tra David e Syd. Impossibilitati al contatto fisico, i due continuano a dare vita a momenti romantici sui generis, teneri e impacciati. Questa coppia forzatamente strana può essere annoverata tra i punti di forza dello show, che ha deciso di rifuggire dalla convenzionalità pure per raccontare l’amore.
Pure essendo una puntata di transizione, Chapter 3 incanta visivamente, intrattiene senza annoiare mai e propone un finale che incuriosisce lo spettatore al punto giusto, invogliandolo a proseguire la visione.