Lee Chandler è un inserviente tuttofare burbero e riservato, che tende a tenere tutti a distanza di sicurezza. La morte del fratello lo costringerà a tornare nella sua città d’origine, dove risiede quello che rimane della sua famiglia e del suo passato.
Manchester by the sea ha stregato il pubblico alla Festa del Cinema di Roma. Il film diretto da Kenneth Lonergan è un connubio di emozioni delicatamente armonizzate tra loro, grazie anche all’interpretazione di un cast di tutto rispetto. Una storia che parla di legami familiari, di speranza e di redenzione.
La famiglia Chandler
Il film racconta la storia di Lee (Casey Affleck), ma sarebbe più preciso dire di Lee e la sua famiglia, e il legame che ha con ognuno di loro.
L’introverso protagonista si fa conoscere man mano che lo si vede a contatto con i suoi familiari: il forte legame con il fratello (Kyle Chandler), il passato che lo lega all’ex moglie (Michelle Williams) e il rapporto altalenante col nipote (Lucas Hedges).
Lee infatti si ritroverà ad occuparsi del nipote adolescente e a prendere in mano le redini della famiglia, nonostante sia l’ultima cosa che vorrebbe fare, perché questo lo costringerebbe a caricarsi sulle spalle la responsabilità della vita di qualcun altro, una cosa che lo spaventa più di quanto si possa credere.
Un pizzico di realtà
Il film è scritto davvero bene, in particolar modo i dialoghi. Gli scambi di battute sanno dare il loro meglio nei momenti più leggeri, con battute inaspettate in una pellicola di questo genere, in grado di strappare più di un sorriso agli spettatori. Infatti la narrazione sa passare dall’ironico al drammatico e viceversa senza però spezzare il ritmo: il tutto è fatto con grazia e naturalezza.
Il modo di parlare e di muoversi dei personaggi è assolutamente realistico, le esitazioni, i silenzi, il balbettare in momenti intensi o imbarazzanti, piccoli dettagli che non sempre si trovano sullo schermo.
La storia segue due filoni narrativi distinti: il ritorno di Lee a Manchester e i fatti precedenti alla sua partenza. Le due narrazioni si alternano di volta in volta finché non si incontrano chiudendo il cerchio perfettamente, cosa possibile anche grazie ad un buon lavoro di montaggio.
La musica
La colonna sonora sa accompagnare le scene come si deve e in certi casi riesce a raccontare senza dover ricorrere alle parole. In un momento culminante del film la musica che accompagna le scene è in grado essere tanto soave quanto drammatica.
Il mare
La pesca è un po’ il collante della famiglia Chandler, tutti gli uomini della famiglia si riuniscono sulla loro barca per dedicarsi alla pesca d’altura. Tutti i Chandler sono legati al mare, compreso Lee, il quale si sforza di non pensare ai bei tempi andati.
Il mare è una certezza, un punto fermo, un luogo dove la famiglia può riunirsi, qualunque cosa accada.
Ben presto Lee dovrà imparare che certe cose possono venire accantonate ma non potranno mai sparire del tutto, nel bene e nel male; sta a lui accettare la realtà per riuscire ad andare avanti e poter pensare finalmente al futuro.