Definita da molti l’erede di Lost, la nuova serie di punta della NBC, Manifest, ci ha intrattenuto con le sue prime nove puntate fino all’immancabile pausa di metà stagione che affligge noi poveri series addicted. Ci troviamo dunque a tirare le somme di questa prima carrellata di episodi che ci hanno introdotto nella misteriosa e intricata vicenda del famigerato volo 828.
Un volo a dir poco turbolento…
Quando quello che doveva essere un semplice volo di ritorno verso casa si trasforma in un incubo, il nostro show prende vita. I 191 passeggeri del volo 828 della Montego Air, dopo aver attraversato una violenta turbolenza, atterrano a New York e scoprono che mentre per loro sono passate solo poche ore, per il resto del mondo sono passati ben cinque anni. Il loro ritorno a casa non è certo facile, i passeggeri si devono adattare ad una vita che non sembra essere più la loro e che è andata inevitabilmente avanti.
Seguiamo la storia attraverso gli occhi della famiglia Stone, dove il padre Ben, il figlio Carl e sua zia Michaela, sono stati passeggeri del noto volo. Oltre alle varie difficoltà familiari e lavorative, i protagonisti devono fare i conti con strani eventi, voci ultraterrene e “missioni” da compiere che affollano le loro menti. Una serie di morti sospette, portano Ben e Michaela ad indagare senza sosta su tutti i passeggeri del volo, alcuni inspiegabilmente spariti. Cosa sarà successo sul volo 828? E che fine hanno fatto i suoi passeggeri che sembrano essere stati rapiti e sottoposti ad esperimenti crudeli?
Pro e contro
Manifest ha aperto le danze con un pilot davvero accattivante, l’azione non si è fatta aspettare ed ha destato la giusta curiosità nello spettatore interessato a scoprire cosa è successo sul quel volo che ha “sospeso nel tempo” i suoi passeggeri.
Si può dire che il ritmo incalzante prosegue per le puntate successive. La storia madre procede tra strani eventi, inspiegabili morti, omicidi sospetti e misteriose sparizioni, e si evolve man mano senza mai lasciare le redini. In ogni puntata viene inserita una pezzetto in più dell’enorme ed intricato puzzle che ha come soggetto i passeggeri del volo 828 e strane organizzazioni segrete.
Lo stesso però non si può dire della vita privata dei protagonisti che rimane sempre sulla stessa oscillante barca di rabbia, affetti e rimpianti. Da una parte Ben (Josh Dallas, C’era una volta, Thor) cerca di riallacciare i rapporti con sua figlia, che aveva lasciato bambina e che ritrova adolescente, tenta di ricreare un rapporto di fiducia e amore con la moglie (probabilmente già instabile prima del volo) che in questi cinque anni ha trovato conforto tra le braccia di un altro uomo, e prova a salvare la vita del figlio con tutte le sue forze. Dall’altra parte sua sorella Michaela (Melissa Roxburgh, Star Trek Beyond) prova ancora qualcosa per il suo ex fidanzato che ora è sposato, e continua a rimproverarsi del tragico incidente che ha portato alla morte della sua amica.
Da questo punto di vista la trama rimane un po’ piatta riproponendo sempre le stesse dinamiche e senza mai un bel colpo di scena. Prima di dare un giudizio definitivo, però, bisogna considerare il fatto che l’intera stagione conta 16 episodi e che siamo solo a metà, questo giustifica la parsimonia nel svelare dettagli e la ponderatezza con la quale procedono le dinamiche familiari. Tutto può ancora succedere e non c’è dubbio che succederà!
Manifest non è Lost!
L’evidente somiglianza del volo 828 a quello ben più famoso 815 di Lost, ha acceso nei fan della serie cult creata da J.J. Abrams la speranza di poter avere un degno erede, consci però allo stesso tempo di imbattersi con una serie di delusioni e paragoni insostenibili. Evidentemente Manifest non è Lost e mai lo sarà nel bene e nel male, ma è riuscita comunque a conquistarsi quell’agognato appellativo di “erede” che le è valso ascolti sensazionali.
Manifest rimane una serie generalista, con un cast presente ma non memorabile, con una trama interessante ma non cervellotica, rivolta ad un pubblico che cerca del normale intrattenimento e che si può concedere il lusso di saltare una puntata senza perdere il filo dell’intera serie. Non passerà di certo alla storia, ma ha saputo sicuramente giocare la carta della curiosità invogliando gli spettatori a continuare la visione.