Romantico, toccante, frustrante, divertente, malinconico, straziante. Marriage Story – Storia di un matrimonio di Noah Baumbach, arriva sulla piattaforma Netflix il 6 dicembre, come un tornado di emozioni e sentimenti creando un groppo alla gola che inevitabilmente si scioglierà in qualche lacrima.
Presentato alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia, Marriage Story tratta un tema moderno, il divorzio, indagando le dinamiche emotive dei due soggetti protagonisti. Gli sviluppi familiari attraversati da alti e bassi sono un tema caro al regista, come ci ha già dimostrato con Il calamaro e la balena o The Meyerowitz Stories. Questa volta il punto di vista è quello dei due coniugi, interpretati magistralmente da Adam Driver e Scarlett Johansson, che attraversano un mare di emozioni e di conflitti per cercare di gestire una situazione resa ancora più difficile dalla presenza di un figlio che si vuole proteggere.
La fine di un amore
Charlie, regista teatrale d’avanguardia, e Nicole, ex attrice di Hollywood che ha voluto seguire il marito a New York e dedicarsi al teatro, sono arrivati ad un punto di rottura. Dopo anni di amore ed un figlio in comune, i due sentono di non avere più le forze per continuare la loro storia arrivata al capolinea. Mentre prima il divorzio doveva svolgersi in maniera amichevole senza l’intromissione di affamati avvocati divorzisti, la situazione cambia tragicomicamente quando lei decide di assumere un’esperta del settore che non intende perdere la causa. L’ingenuità con cui una faccenda, che inizialmente doveva essere gestita in toni pacati, si trasforma in uno spettro dalle mille facce è meravigliosamente sconvolgente: dramma, commedia, teatro e musical si uniscono in maniera sorprendentemente armonica, scorrendo via senza stonature.
Assistiamo alla morte di un amore che sappiamo essere stato profondo ed intenso, fatto di complicità e completamento reciproco, di affiatamento, supporto e amicizia. Sentimenti che non possono essere spazzati via da un giorno all’altro, e che rendono quindi la separazione ancora più difficile, soprattutto quando a dividere la coppia si insinua il dente avvelenato degli avvocati che disumanizzano e incattiviscono le parti coinvolte per ottenere la vittoria.
Guardando il film di Noah Baumbach è impossibile non pensare a forse il film più famoso dedicato alle separazioni familiari, Kramer contro Kramer, al quale il regista infatti si ispira. La sceneggiatura di Marriage Story è densa di dialoghi pesanti come macigni e leggeri come piume, di situazioni comiche e bizzarre e di sfuriate bestiali, quasi disumane, che si sgonfiano poi tra lacrime e rimorsi. Un’altalena di emozioni che gonfiano il petto e ci fa sentire più vicini ai due protagonisti. L’approfondimento psicologico dei personaggi è reale e umano, così come lo è quello delle figure minori che ruotano intorno alla vicenda ma alle quali viene riservato comunque un ruolo definito e ben delineato.
Adam e Scarlett tra sorrisi, lacrime e rabbia
I veri pilastri di questa pellicola sono i due attori protagonisti Adam Driver e Scarlett Johansson, che riescono a farci capire come l’amore, nonostante tutto, non muoia mai. È notevole il grande lavoro dell’attrice che ha saputo scrollarsi di dosso i panni sexy e provocanti della super eroina a cui deve tanto in fatto di notorietà negli ultimi anni, ed è riuscita a far emergere nella sua interpretazione la forza viscerale della recitazione, regalandoci una performance molto sentita. Una donna che, a tratti goffamente, cerca di ritrovare sé stessa e iniziare una nuova vita. Ad aiutarla troviamo una tenace avvocatessa interpretata dalla meravigliosa Laura Dern (Cuore Selvaggio, Big Little Lies), che si contrappone in tribunale a Ray Liotta (Quei bravi ragazzi), alla quale viene affidato un monologo già cult sulla maternità e il ruolo di madre nell’immaginario collettivo.
È però Adam Driver che tiene sulle sue spalle il film: un attore poliedrico, una presenza importante, una voce profonda ed una fragilità sconvolgente che ha saputo farsi strada tra i ruoli più diversi. Lo ricordiamo in Girls, la serie scritta, diretta e interpretata da Lena Dunham, per poi passare a BlacKkKlansman di Spike Lee, alla commedia horror di Jim Jarmusch ed ora lo stiamo aspettando con grande enfasi nel suo ultimo film Star Wars: L’ascesa di Skywalker nei panni di Kylo Ren. La sua interpretazione in Marriage Story ricorda una sua altra grande prova nel film di Saverio Costanzo Hungry Hearts, affiancato da Alba Rohrwacher, che gli è valsa la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2014. Le due interpretazioni sono infatti profondamente umane e disarmanti, mettendo in mostra le doti di un artista che sa dare valore al suo lavoro.
A Marrige Story è un dramma che scava nei sentimenti di due persone divise tra amore e frustrazione, che sa dare importanza ai piccoli gesti e alle piccole attenzioni vere dimostrazioni di amore e affetto, è un film che sa strappare un sorriso tra le lacrime e suscitare una rabbiosa compassione.