Il mondo dei lungometraggi animati giapponesi è certamente legato a doppio filo con Studio Ghibli, il geniale studio di produzione fondato dal maestro Hayao Miyazaki e senza molti dubbi il faro dell’animazione nipponica dalla sua fondazione nel 1985. Non si contano i capolavori prodotti in queste decadi, da Il mio Vicino Totoro a Il Castello Errante di Howl, senza scordare decine di altri capolavori come la Principessa Mononoke. Oggi, Studio Ghibli ha in un certo senso rallentato la produzione e, sebbene dall’annuncio della cessazione dei lavori nel 2014 si sia ripreso a pianificare un nuovo film con un Miyazaki uscito anzitempo dalla pensione, resta un certo vuoto da coprire in un mercato comunque molto florido, sia in suolo giapponese che all’estero. Per questo, e per continuare a raccontare magiche storie, lo storico produttore Nishimura Yoshiaki (pluricandidato agli Oscar), ha lasciato la compagnia e fondato nel 2015 un nuovo studio: Studio Ponoc, che debutterà nelle sale italiane con il suo primo film Mary e il Fiore della Strega.
Le credenziali sono quelle giuste e vi possiamo già dire che Mary e il Fiore della Strega (uscito in Giappone nel 2017 e previsto in Italia per una settimana al cinema dal 14 al 20 giugno grazie a Lucky Red), sia per look e stile, che per tematiche potrebbe essere tranquillamente scambiato per qualcosa uscito proprio da Studio Ghibli. Forse un po’ troppo addirittura, per il suo bene e il futuro di Studio Ponoc. Noi di Moviesource abbiamo assistito a una proiezione in anteprima (dopo quella di qualche settimana fa al Napoli Comicon) al Future Film Festival di Bologna (qui il nostro reportage completo dalla manifestazione!) in vista dell’uscita nelle sale.
Mary, è volata via. L’hanno vista piangere…
Scusateci subito la (quasi) citazione dei Gemelli Diversi, ma non siamo riusciti a trattenerci. Al di là degli scherzi, Mary e il Fiore della Strega racconta la storia della rossa Mary appunto, giovane ragazza britannica dal carattere molto vivace che sta passando l’estate nella casa di campagna della prozia Charlotte, aspettando l’arrivo dei suoi genitori da un viaggio di lavoro. Le giornate non passano mai, la TV non funziona da anni, dalla città ai campi sicuramente le cose da fare mancano e non basta portarsi il pranzo nel giardino o raccogliere le foglie secche per placare uno spirito libero come lei. Chiaramente la svolta è dietro l’angolo: seguendo un micetto per la foresta Mary si ritrova in una radura misteriosa, dove trova un fiore luminescente.
Come i più svegli di voi potranno già aver capito, si tratta del Fiore della Strega del titolo: solo toccandolo verrà catapultata su una scopa volante e spedita tra i cieli nell’assurda Università Endor, una scuola per maghi e streghe, la quale però nasconde un terribile segreto…
Mary e il Fiore della Strega: l’’Harry Potter giapponese con un tocco di Kiki
Suona familiare vero? In effetti anche se la storia non assomiglia per nulla a quella del maghetto con la cicatrice sulla testa (a proposito, avete letto la nostra classifica dei film di Harry Potter?), è chiaro che l’associazione mentale è immediata, così come l’associazione visiva dello stile del disegno e dell’animazione con precedenti lavori Ghibli, specialmente nel disegno di volti e personaggi. Il design delle creature e dei protagonisti ci ha riportato alla mente moltissimo anche il videogame Ni No Kuni 2: Il destino di un regno.
Altra opera che, soprattutto per il personaggio della piccola streghetta peperina, può essere paragonata a Mary e il Fiore della Strega è l’adorabile Kiki: Consegne a Domicilio, vuoi anche solo per la forte componente felina che accomuna i due anime. Mary condivide appunto con Kiki anche i toni, di quella “leggerezza magica” che pervade proprio la stragrande maggioranza dei film di Miyazaki. Non stiamo parlando di un film con messaggi politici come Porco Rosso o dalle tinte storiche come Si Alza il Vento: è una storia fantastica di una ragazza come tante, vivace e pura. E questa leggerezza è sia il punto di forza che più debole dell’esordio di Studio Ponoc: negli anni abbiamo imparato ad amare ed apprezzare la profondità dell’animazione giapponese in termini anche di messaggio, cosa che manca leggermente a Mary e il Fiore della Strega.