Finalmente arriva nelle sale italiane capitolo finale della saga distopica Maze Runner, tratta dall’opera di James Dashner.
Alla regia troviamo ancora una volta Wes Ball, che aveva già diretto i primi due capitoli della saga: Maze Runner: Il Labirinto e Maze Runner: La Fuga. E dal momento che squadra che vince non si cambia, nel nuovo film ritroviamo Dylan O’Brien (già noto per il ruolo di Stiles Stilinsky in Teen Wolf) nel ruolo del protagonista Thomas, Kaya Scodellario (vista di recente in Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar) come Theresa, Thomas Brodie-Sangaster e Natalie Emmanuel (rispettivamente Jojen Reed e Missandei de Il Trono di Spade) nei panni di Newt e Harriet, accompagnati dagli altri ex-radurai Minho (Ki Hong Lee), Sonya (Katherine McNamara) e Frypan (Dexter Darden).
Nel nuovo film, Thomas e i suoi compagni si trovano a dover fare i conti con il tradimento di Theresa e con il conseguente rapimento di Minho e di altri loro compagni. La narrazione riprende quindi sei mesi dopo la fine del secondo film, con un’ottima sequenza d’azione che ricorda un misto tra Mad Max e un western di stampo classico. Thomas e Newt pensano infatti che Minho si trovi su un convoglio ferroviario diretto alla base di W.C.K.D. e anche se in modo piuttosto rocambolesco, riescono a prelevare uno dei vagoni e portarlo alla base di ciò che rimane del Braccio Destro, l’organizzazione segreta che si oppone a W.C.K.D.
L’operazione porta in salvo decine di ragazzi, ma tra questi Minho non è presente.
Thomas, accompagnato da Newt e Frypan, decide quindi di partire verso l’ultima città ancora esistente, dove sono situati i laboratori in cui W.C.K.D. lavora alla creazione di una cura capace di opporsi al virus che sta decimando la razza umana, nella speranza di poter salvare il proprio amico.
Nella loro missione, vengono seguiti anche da Jorge (Giancarlo Esposito) e Brenda (Rosa Salazar), due membri del Braccio Destro che, dopo averli già autati nel secondo film ad attraversare la Zona Bruciata (una parte della terra devastata da potenti eruzioni solari), si offrono ancora una volta come spalla ai protagonisti.
Il viaggio verso l’Ultima Città però non è privo di insidie, e Thomas e i suoi comapgni saranno costretti ancora una volta ad affronatare innumerevoli pericoli.
Maze Runner: La Rivelazione – L’attesa del piacere non è essa stessa il piacere?
La prima cosa che si potrebbe dire di Maze Runner: La Rivelazione è che si è fatto attendere.
Le riprese infatti erano già iniziate il 14 marzo 2016 e la data di uscita era prevista per il gennaio dell’anno successivo, ma un grave incidente sul set ha costretto a fermare la produzione, rimandando l’arrivo del film nelle sale di più di dodici mesi.
Mentre viaggiava sul tetto di un veicolo in movimento, che ad oggi possiamo supporre trattarsi del treno visibile nel trailer, il protagonista del film Dyaln O’Brian, nonostante fossero state prese tutte le precauzioni, è stato sbalzato via a causa del movimento, andando a schiantarsi contro una seconda vettura e riportando gravissime lesioni su tutto il corpo tra fratture e lacerazioni.
Da un lato questo ritardo potrebbe andare a svantaggio del film, dal momento che negli ultimi due anni si è andato molto perdendo l’interesse verso la saga, mentre dall’altro forse permette al regista di prendersi più libertà nella narrazione senza incappare nelle critiche dei cultori della saga letteraria che, avendo letto “La Rivelazione – Maze Runner” nel lontano 2014, potrebbero passare sopra le diverse discrepanze tra la versione del film e quella del libro.
Maze Runner: La Rivelazione – Troppa carne al fuoco
Sarà che è passato diverso tempo dal film precedente, che gli attori hanno definitivamente perso i tratti fanciulleschi che li contraddistinguevano nei due prequel; sarà il completo distacco dall’ambientazione originale del labirinto o più semplicemente il fatto che ci sono piùproiettili ed esplosioni che parole, ma Maze Runner: La Rivelazione non convince.
Il tentativo di Wes Ball di creare un film che sia incontro tra il film d’azione, il thriller e il fantacientifico, riesce ma non in maniera completa, lasciando addosso allo spettatore una vaga sensazione di insoddisfazione, al momento che nessuno dei tre generi riesce ad emergere come riferimento rispetto agli altri.
Il film perde anche forza a causa delle sue differenze rispetto all’opera originale, specialmente nella trasposizione di alcuni avventimenti che nel libro erano contraddistinti da un forte carico emozionale e che il film , a causa della sua struttura più rapida, tende a rendere molto meno drammatici.
L’interpretazione di tutti i membri del cast infatti, per quanto gradevole, non basta conferire pathos alle scene, dal momento che queste non vengono sostenute nel modo giusto dalla sceneggiatura.