Molly’s Game, tratto dall’omonima biografia, e in arrivo al cinema il 19 Aprile, segnerà il debutto alla regia del noto drammaturgo e sceneggiatore Aaron Sorkin, vincitore del premio Oscar “miglior sceneggiatura non originale” per The Social Network , di due Golden Globe per la miglior sceneggiatura per The Social Network e Steve Jobs, e di 5 Emmy con The West Wing.
E se a questi dettagli aggiungiamo il non trascurabile fatto che anche la sceneggiatura appartiene a Sorkin ( con la quale ha ottenuto l’ennesima candidatura agli Oscar) e il cast stellato di cui è composta la pellicola, potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di andare a vedere il film? Ebbene no. E ci è piaciuto? Ebbene sì.
Veiniamo alla storia della”principessa del poker“:
Molly Bloom (Jessica Chastain), è un’ ex sciatrice olimpica costretta a ritirarsi a causa di un grave problema fisico. Dopo il trauma e dati i pessimi rapporti che ha con il padre (Kevin Costner) , decide di trasferirsi a Los Angeles, dove viene assunta come segretaria di Dean Keith (Jeremy Strong), il viscido proprietario di un locale di strip-tease che organizza serate di poker clandestino. Un giorno Dean le consegna una lista di persone da invitare per una notte di poker da 10.000 dollari a accesso. Ed è proprio a questa serata che Molly, stanca di essere trattata come l’ultima ruota del carro, conscia della sua intelligenza e del suo carisma capisce di aver trovato il suo nuovo obiettivo: scalare le vette del dorato mondo del poker clandestino Hollywoodiano. Ci riesce fin troppo bene, tanto da suscitare l’attenzione della mafia russa e dell’ FBI.
Dopo il suo arresto, la sua unica ancora di salvezza sarà Charlie Jaffey (Idris Elba), brillante avvocato che vede in Molly molto più di una banale “icona glamour” del gioco d’azzardo.
Il film non è esente da difetti, le sue 2 ore e 20 si fanno sentire, specialmente “a causa” della ricca quantità di dialoghi intervallata da flashback in cui la voce narrante di Molly racconta minuziamente ogni fase della sua ascesa e discensa nel mondo del poker, non permettendo allo spettatore un secondo di distrazione. Ma allora cosa rende Molly’s Game un bel film? A costo di risultare banale, dirò che il primo elemento a dare rilievo all’opera è senza ombra di dubbio la sceneggiatura.
Sorkin non è un novellino, e riesce dove molti avrebbero fallito, non cadendo nella banalità e nella noia ma donando al film un dinamismo unico, grazie a dialoghi brillanti e ad inquadrature fatte su misura per accompagnare ogni gesto ed ogni parola degli attori.
Punto di forza del film infine, è il cast artistico, capace di rendere organici ruoli che altrimenti in mani meno esperte sarebbero risultati scialbi.
Jessica Chastain, candidata ai Golden Globe (già vinto nel 2013 per la stessa categoria) si immerge perfettamente nel personaggio, e riesce ad esprimere appieno il desiderio della protagonista di raccontarsi così com’è, nel bene e nel male. Un Idris Elba (vincitore di un Golden Globe) in ottima forma, dona a Charlie un carisma unico, e i suoi scambi con la Chastain esaltano lo spessore di entrambi i personaggi. Notevole anche la performance di Kevin Costner (Balla coi lupi, non aggiungo altro) che dimostra di essere ancora in grado di gestire ruoli complessi, rendendo credibile la catarsi di un padre rigido ed esigente.
All’altezza anche il supporting cast (Michael Cera, Chris O’Down, Jeremy Strong, tanto per citarne alcuni) che eccelle nel suo breve tempo sullo schermo, riuscendo a rendere memorabili personaggi, che, fossero risultati blandi, avrebbero rischiato di affondare il film.