Sono passati ben 19 anni dall’ultima volta che Edward Norton è passato dietro la macchina da presa. Motherless Brooklyn – i segreti di una città, è un film dalla lunga e sofferta gestazione. Era dai primi anni del 2000, poco dopo l’uscita del suo primo film da regista, Tentazioni d’Amore, che il progetto del film, adattamento del romanzo di Jonathan Lethem, era in cantiere. La produzione è slittata per anni, fino a riprendere, a fatica, nel 2014, non senza incidenti: durante le riprese aggiuntive a marzo 2018 un vigile del fuoco è rimasto ucciso in un incendio divampato sul set. Ma dopo molte tribolazioni, Motherless Brooklyn – I segreti di una città ha visto la luce: è perfino stato il film di apertura della quattordicesima edizione della Festa del cinema di Roma.
Norton a Brooklyn
Il tagliente Edward Norton interpreta il detective privato Lionel Essrog, tanto brillante nel suo lavoro quanto problematico: soffre della sindrome di Tourette (un disturbo neurologico causa di tic motori e fonici), che gli rende difficile gestire la sua vita con serenità. Nonostante la fatica, Lionel ha uno scopo nel suo piccolo mondo, finché il suo adorato capo, Frank Minna (Bruce Willis), non resta ucciso. Lionel e i suoi colleghi faranno di tutto per far luce sul mistero della morte di Minna, fino a trovarsi faccia a faccia con i potenti di Brooklyn.
Palazzinari a Brooklyn
Lionel ficcherà il naso in affari pericolosi e complessi, dietro ai quali si nasconde il geniale e spregiudicato Moses Randolph (Alec Baldwin), uno dei più ricchi costruttori della Grande Mela. Tante le figure che incontrerà prima di arrivare alla soluzione del mistero: l’ambiguo Paul (Willem Dafoe, prossimamente al cinema nell’attesisismo The Lighthouse), un eccentrico ingegnere in declino, e l’affascinante Laura Rose (Gugu Mbatha Raw, che ricorderete nei panni di Kelly nell’episodio di Black Mirror San Junipeiro), una giovane donna che si oppone con forza alla riedificazione del suo quartiere.
Durante la sua avventura, Lionel dovrà imparare a cavarsela da solo, senza più il suo mentore a coprirgli le spalle. Un compito difficile per un outsider come lui, da sempre vessato perfino dai colleghi: arriverà ben lontano dalla sua comfort zone. Senza più punti di riferimento, Lionel troverà finalmente la forza di mettersi alla prova e di fare attivamente le sue scelte: affronterà a muso duro i segreti che scoprirà e vedrà la sua città e le forze che la governano con occhi diversi.
Note dolenti
Motherless Brooklyn – I segreti di una città non soddisfa appieno. Nonostante la particolarità di Lionel lo renda diverso dal classico protagonista di noir, il film si perde, specialmente sul finale, in spiegazioni retoriche e prevedibili. Inoltre, se la sindrome di Tourette del personaggio si sostituisse, ad esempio, con la balbuzie o l’aspergher, il film sarebbe esattamente uguale. Ma a sentire Edward Norton che dice parolacce a caso per tutto il film la platea esplode a ridere, quindi perfetto così (?). Un vero peccato per le leggerezze e gli scivoloni di scrittura, visto che il il film è ben girato e che il caso su cui investiga Lionel ha risvolti interessanti, in grado di suscitare numerosi spunti di riflessione anche qui nello stivale. Inoltre il cast offre delle ottime prove, da Willis a Baldwin.
Un ironico e disilluso omaggio al genere noir che non brilla come potrebbe o come le sue premesse sembrano promettere. Da vedere per ammirare la bravura di Norton e le atmosfere retrò della New York anni ’50. Ma ciò che racconta viene solamente sfiorato, la tensione sfuma tra i dialoghi tortuosi e i risvolti di trama poco incisivi.
Insomma, Motherless Brooklyn – I segreti di una città è un film interessante, che sfiora temi importanti e ha l’enorme difetto, specialmente sul finale, di spiegare piuttosto che mostrare. Forse Norton avrebbe potuto chiedere aiuto a uno sceneggiatore professionista piuttosto che cimentarsi nella scrittura da solo. Magari si sarebbero potuti evitare un paio di scivoloni di troppo e uno svolgimento decisamente retorico e scontato.
Finché non ti sarai fatto un po’ le ossa sulla tastiera, ti preferiamo decisamente davanti alla macchina da presa, Norton!