Seguendo le orme di grandi successi – di pubblico e critica – come It Follows, The Conjuring e A quiet place, stiamo vivendo un’era positiva per il genere horror, genere che da sempre è uno dei più polarizzanti e altalenanti, dove buonissimi film si alternano a tanti, tanti buchi nell’acqua. O nel sangue, più precisamente. Obbligo o Verità (Truth or Dare) arriva in Italia dopo un buon successo al box-office americano, debuttando al Future Film Festival di Bologna, dove abbiamo potuto assistere a una proiezione in anteprima.
Non c’è nulla di particolarmente originale nel concept del film diretto da Jeff Wadlow (Kick-Ass 2), il quale segue i tópoi classici dei film di paura con adolescenti. La protagonista Olivia è una ragazza americana all’ultimo anno di college che con i suoi amici si appresta a festeggiare una delle più importanti tradizioni per i giovani statunitensi: lo Springbreak, una settimana di alcol, eccessi e discoteche per tutti gli studenti della nazione; almeno per chi ha la disponibilità economica del gruppo di Obbligo o Verità, in grado di passare una settimana da paura a Rosarito, in Messico, ad attentare alla salute dei propri fegati.
Qualcosa va storto… Ma va?!?
Come potete immaginare, in pericolo non ci vanno solo le finanze dei componenti del gruppo, ma anche le loro vite: un ragazzo abborda Olivia in una discoteca e porta l’intero gruppo in una chiesa abbandonata (…) per giocare a una partita di obbligo o verità, partita che metterà presto in gioco la vita dei ragazzi, seguendoli fino al ritorno in patria. Per circa un’ora e mezza il film si trascina con una serie di scene ben realizzate ma assolutamente banali, mentre i giovani bellocci cercano di capire perché gli stanno succedendo queste brutte cose e perché le loro vite sembrano d’un tratto maledette.
Obbligo o Verità non è così mal girato ma non fa paura: in sala una buona parte delle persone – c’è una scelta registica abbastanza ridicola per contraddistinguere le persone possedute che non stiamo a rivelarvi per lasciare anche a voi una grassa risata – non hanno perso occasione per ridere di alcuni dei prevedibili jump scare o scene semi-cruente che vorrebbero intimidire il pubblico ma non riescono minimamente nell’intento. Forse anche perché già viste almeno decine di volte in altri film del genere (ecco, se volete vederne uno davvero interessante provate The Cabin in the Woods).
Almeno hanno speso poco
Trattandosi di un film decisamente inutile e poco inventivo, sfortunatamente Obbligo e Verità la sufficienza non la raggiunge. Tuttavia, non possiamo e non vogliamo neanche stroncarlo per due ragioni. Per prima cosa, presenta davvero un finale interessante e ben pensato, che lascia addirittura la porta a un eventuale sequel. Penserete che sia una scelta discutibile concepire un seguito per un prodotto così deludente, ma la spiegazione è semplice e anche la seconda ragione per il nostro voto decisamente lenente: Blumhouse Production e Universal Pictures con questo film si sono superate, creando un’incredibile storia di successo commerciale.
Obbligo o Verità infatti è stato girato (e anche con valori di produzione e – alcuni – attori più che discreti) con un budget risicatissimo per gli standard attuali di Hollywood (3.5 MLN di $) e, sebbene appunto in molti mercati come l’Italia stia solo uscendo in questo momento, ha già guadagnato al botteghino più di 85 milioni di dollari, 24 volte rispetto all’investimento iniziale. E questo non può certamente far dimenticare i pesanti difetti del film, ma certamente ci fa guardare a Obbligo o Verità con molta più benevolenza, consapevoli che l’obiettivo delle case di produzione è stato ampiamente raggiunto, almeno in termini di incassi.