Si è tenuto a Roma l’evento di lancio della serie tv Il Miracolo, nuovo prodotto originale Sky, firmato da Niccolò Ammaniti. Dopo la proiezione dei primi due episodi della serie, si è svolta una conferenza stampa interattiva con domande da parte dei giornalisti. Hanno partecipato i registi: l’esordiente Niccolò Ammanti, Francesco Munzi e Lucio Pellegrini. Insieme a loro il cast protagonista, composto da Guido Caprino, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Alba Rohrwacher, Lorenza Indovina e Sergio Albelli.
Prima di loro, c’è stato un breve intervento di Andrea Scrosati, in rappresentanza di Sky:
“Ogni anno riceviamo centinaia di idee per serie tv, ma quando abbiamo ricevuto Il Miracolo, abbiamo capito dopo 10 minuti di essere di fronte a qualcosa di diverso. La cosa che più ci ha incuriosito è stata la difficoltà nell’incasellarla in un genere di serie. Era nuovo, e ci piaceva. Inoltre abbiamo apprezzato davvero tanto l’impegno ed il coinvolgimento di Niccolò all’interno di questa serie. Si è rivelato un professionista incredibile.”
E’ intervenuto successivamente il regista e scrittore della serie, Niccolò Ammaniti:
“Non avevo mai pensato che il cinema o la televisione potessero rappresentare le immagini che mi venivano in mente. Ma questo sangue che sgorga da una statua della Madonna sarebbe stato più vivo negli occhi dello spettatore che in quelli del lettore. Il sangue nelle pagine di un libro è filtrato alla mente dello spettatore. Io mi immaginavo questa statua in una piscina, è stata l’immagine che ha dato il via al resto delle idee.”
L’autore, visibilmente emozionato, ha continuato:
“Io questa statua di plastica da cui sgorga sangue, la devo vedere. Ci sarà un momento in cui poggeremo questa madonnina sul sostegno, questa madonnina da cui è partito tutto. Ed infatti abbiamo onorato questo momento riservandolo come l’ultima cosa da fare. Le scene con la statua sono state, infatti, le ultime che abbiamo girato. Dopo pensieri, notti insonni, l’abbiamo poggiata, illuminata, abbiamo girato qualche piccolo frammento per vederne l’effetto ed è stato in quel momento, dopo mesi di lavoro, che mi sono convinto che il cinema fosse il mezzo più gusto per dare forza a quel sangue. “
Si sono poi alternati al microfono tutti e tre i registi che hanno confermato come il lavoro sia frutto di tutti e tre. Si sono divisi i personaggi da curare e di conseguenza nessun episodio potrà essere associato distintamente ad uno di loro, ma sarà sempre un’unione di stili e punti di vista.
E’ intervenuto poi Lucio Pellegrini, sulla dinamica del triplice regista:
“Forse trovare un linguaggio ed un tono comune sono state le difficoltà maggiori inizialmente. I libri e le storie di Ammaniti, che ha curato il soggetto, hanno sempre una linea comune che comprende tutto. Qui manca il grottesco dei libri di Niccolò, ma ci sono situazioni al limite del surreale, sequenze oniriche. Ogni giorno abbiamo cercato una minimo comune denominatore che ci desse coerenza tra i vari stili.”
Ultimo, ma non meno importante, Francesco Munzi, sul suo ruolo e l’interazione con Ammaniti:
“E’ stata un’esperienza unica, che ho scoperto piano piano. Non sapevo cosa facesse la figura dello showrunner e calarmi in questi panni è stato interessante. Ho capito che Niccolò arrivava con idee chiarissime e bisognava trovare un modo per tradurle fedelmente per lo schermo. Io sono entrato per curare il “prologo”, una storia apparentemente slacciata dal resto, con uno stile diverso, anche nelle intenzioni. Invece, poi, sono entrato anche nel resto del progetto per curarlo nella sua interezza. “