Da questa sera di lunedì 14 settembre la miniserie Petra debutterà in esclusiva su Sky Atlantic e Now TV. Quattro episodi, quattro gialli tratti dal ciclo di romanzi della scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett ci introducono in una Genova oscura e inedita, sfondo ideale per la prima produzione crime di Sky e Cattleya. Paola Cortellesi interpreta l’anticonvenzionale protagonista, una poliziotta che per un caso fortuito passa dall’archivio alle indagini sul campo insieme al collaboratore Antonio Monte, interpretato da Andrea Pennacchi. L’eccentrico duo è diretto da Maria Sole Tognazzi, alla sua prima serie tv.
I protagonisti, la regista, gli sceneggiatori Ilaria Macchia, Giulia Calenda e Furio Andreotti e il vice presidente esecutivo di Sky Italia Nicola Maccanico hanno presentato la serie come un progetto “interdisciplinare”, che concilia la letteratura con la serialità e la qualità del cinema, in grado di attirare una fetta sempre più larga di pubblico.
Paola Cortellesi è Petra Delicato
Dell’attrice ha parlato anche Gimenez-Bartlett, in collegamento dalla Spagna. “Paola è fantastica- ha detto la scrittrice – è bella ma non è una Barbie, è simpatica ma è dura. Farle interpretare Petra è una scelta che avrei fatto io stessa.” E Cortellesi ha dimostrato di ricambiare l’amore per la scrittrice e il personaggio, definendo i romanzi meravigliosi e raccontando come si è accostata all’investigatrice: “Mi sono innamorata di lei perché è libera. Sceglie sinceramente e liberamente di essere ciò che è.” Insomma, una donna forte, che non si sente costretta a comportarsi in modo da piacere agli altri e “sboccata”, come ha sottolineato divertita l’attrice. Due divorzi alle spalle, un ragno come animale da compagnia e la scelta di vivere in solitudine. Tutto questo finisce per collidere all’inizio in maniera traumatica con Antonio Monte, definito dal suo interprete Andrea Pennacchi come un poliziotto vecchio stile, ma con il quale finirà per dare vita a un “piccolo branco”.
Da Barcellona a Genova alla conquista del grande pubblico
Sky ha realizzato il primo adattamento delle avventure di Petra prodotto fuori dalla Spagna e già pronto per la distribuzione internazionale. Le storie ideate da Gimenez- Bartlett si svolgono infatti a Barcellona, e l’italianizzazione operata da Macchia, Calenda e Andreotti rappresenta la differenza più marcata con i romanzi, che inizialmente ha incontrato la perplessità della stessa scrittrice. Tuttavia l’operazione è riuscita. Gli sceneggiatori hanno infatti spiegato che la Barcellona descritta nei libri non è la città turistica a cui tutti siamo abituati a pensare, ma ha un aspetto più intimo, rappresenta uno stato emotivo. La scelta è caduta su Genova perché non è mediterranea, i luoghi scelti per girare si allontanano dalla vivacità tipica delle città di mare, e questo impatto tenebroso è risaltato al meglio dalla fotografia cupa e pastosa, che è servita a conferire alle scene un’atmosfera analogica, secondo la visione di Maria Sole Tognazzi.
La regista ha infatti cercato di mantenere l’anima dei romanzi, di cui si dichiara grande fan, ambientati negli anni Novanta. Quanto al suo debutto alla regia per il piccolo schermo, Tognazzi, che ha sempre scritto e diretto le proprie opere, ha detto di non aver avuto un approccio artisticamente diverso rispetto al cinema. Maccanico infatti non ha nascosto di voler portare a un pubblico più largo il livello del grande schermo, unendo qualità a popolarità. Ed è questo che si propone la rete, apparentemente in controtendenza rispetto alla direzione di genere che stanno prendendo le tv generaliste, proprio imitando i network d’oltreoceano. Maccanico ha spiegato le ambizioni Sky Italia: “Vogliamo lavorare sulla varietà di generi, portare la grande qualità di Sky Original anche a un pubblico abituato a storie più recepibili, meno complesse. Promuovere i talenti italiani e ottenere risultati da cinema.”
Petra non è un manifesto femminista
La serie si propone da subito come lontana dai cliché, e nemmeno il fatto che il team di produzione sia prevalentemente femminile deve indurre a pensare che lo show sia un prodotto fatto da donne per donne. “Non esiste un genere di regista” ha precisato Maria Sole Tognazzi, che è stata scelta per dirigere il progetto perché ritenuta dotata della sensibilità artistica giusta. Come sottolineano gli sceneggiatori, Petra è un personaggio in cui tutti posso rispecchiarsi perché è contraddittoria, indipendente, non interessata a mediare nelle sue scelte di vita, che costituisce un archetipo nuovo nella narrativa. Anche Cortellesi ha chiarito che il personaggio non si innalza e non vuole innalzarsi come portabandiera di emancipazione per le altre donne. “Femminista? Petra sicuramente lo è ma non si pone il problema. Non fa un manifesto delle sue scelte. Come un uomo, fa le sue scelte senza dare spiegazioni.”
Il team si è mosso nella direzione di rompere gli schemi, di creare una storia che si allontani dagli stereotipi e dalle etichette, che apra la strada a nuovi show coraggiosi e in grado di attrarre un pubblico eterogeneo. La sfida è lanciata e parte questa sera. E intanto Sky già pensa a una seconda stagione.