La Wayne Industries ha appena indetto l’annuale concorso “Invenzione Wayne”, mettendo in paio 100 mila dollari, che andranno all’impiegato che saprà realizzare la migliore invenzione. Non appena Emily (Vanessa Hudgens) ne sente parlare, decide di coinvolgere il suo team, in particolare Teddy (Danny Pudi). Ecco la recensione del quinto episodio della prima stagione di Powerless: Cold Season.
Proprio in quei giorni di improvviso freddo invernale, causato da qualche super-cattivone, il giovane ingegnere è intento nella progettazione di alcuni guanti in grado di scongelare oggetti, scaldare le bevande e persino di cuocere alcuni cibi, come i pop corn. Emily è entusiasta di questa invenzione e decide di iscrivere di nascosto Teddy alla competizione, che lo vede dover affrontare i due antipaticissimi Zane (Gil Ozeri) e Anton (Darrell Britt-Gibson) della divisione Wayne X, considerata la migliore in campo tecnologico. La giovane donna, però, non sa ancora che Teddy non riesce ad accettare le sconfitte e che non reagisce molto bene a queste delusioni. Tra una scena e l’altra, scopriamo che l’ingegnere ha un fratello praticamente perfetto con una fulgida carriera, un futuro più che promettente davanti a sé, delle buone conoscenze e di bell’aspetto. Emily cerca a suo modo, un po’ maldestramente, di risollevare l’umore dell’amico che anche stavolta ha perso la competizione. Non vi riesce, ma grazie al casuale incontro con la supereroina Crimson Fox (Deanna Russo) qualcosa cambia. Infatti, mentre è intenta a combattere contro Frostbite, viene completamente congelata dal suo potere e solamente i portentosi guanti di Teddy riescono a liberarla. Sapere che Crimson Fox ha deciso di usare la sua invenzione rende fiero di se stesso il giovane progettista della Wayne Security, che torna più carico di prima al lavoro.
Piccoli sketch, piccoli problemi e rapide soluzioni
Anche questo quinto episodio non smentisce l’andamento leggero che la serie ha assunto dalla prima puntata. In effetti, Powerless si è presentato fin da subito come una serie che non vuole prendersi sul serio e che vuole, quindi, staccarsi dalle tante che hanno come protagonisti assoluti i supereroi. Le premesse per fare qualcosa di originale c’erano tutte, il problema di fondo è che si sta dimostrando essere una serie costruita esclusivamente su tanti piccoli sketch (ogni episodio dura circa 20 minuti), nei quali sono presenti dei piccoli problemi che si risolvono in una manciata di secondi, che scendono inesorabilmente nel banale e nel già visto. Alcuni personaggi vengono estremizzati il più possibile allo scopo di suscitare la risata facile negli spettatori, cosa che – ad esempio – a Van Wayne (Alan Tudyk) riesce benissimo (anche se probabilmente, fino adesso, le scene più divertenti che lo vedono protagonista sono quelle di lui vestito da Robin nel quarto episodio).
Sebbene, siano presenti dei piccoli dettagli interessanti che un appassionato della DC nota immediatamente, come la comparsa frequente di Crimson Fox – personaggio mai apparso su pellicola o televisione – o la maglietta con il d20 di Gil, che ricorda molto quelle di Sheldon Cooper di Big Bang Theory.
Tutto ciò, però, non basta a rendere interessante e accattivante questa serie tv. Si sente la mancanza di una storia ben fatta, anche se leggera e comica, e di un minimo di profondità psicologica dei personaggi. Non bastano delle sporadiche citazioni da nerd per attirare il pubblico, bisogna saperle anche inserire in un contesto strutturato e solido.