I Puffi giungono al loro terzo lungometraggio – se escludiamo quello del ’76, Il Flauto a sei Puffi, che ha preceduto la serie animata – con I Puffi: Viaggio nella Foresta Segreta, distribuito da Sony Pictures a partire dal 6 aprile. A differenza dei due film precedenti, che mixavano computer grafica e live action, Viaggio nella Foresta Segreta è completamente d’animazione. Una scelta precisa, quella di puntare ad un pubblico di giovanissimi, che non potrà che favorire la diffusione di un film che sa dove vuole andare a parare.
Viaggio nella Foresta Segreta più che un sequel rappresenta un punto di partenza per un franchise il cui potenziale è stato – sino ad oggi – mal sfruttato. La narrazione risulta molto scorrevole nella sua linearità.
Nel magico mondo dei Puffi, una mappa misteriosa spinge Puffetta ed i suoi tre migliori amici Forzuto, Quattrocchi e Tontolone ad una corsa emozionante, ma piena di insidie, attraverso la Foresta Segreta, alla ricerca di un villaggio perduto. Sulle tracce di questo misterioso villaggio vi è però anche il perfido Gargamella, insieme al suo fedelissimo Birba. Riusciranno i nostri amici blu ad arrivare prima del malvagio stregone?
Il film nel complesso funziona, anche se la colonna sonora risulta talvolta decisamente sopra le righe. Pezzi come Blue (Da Ba Dee) degli italici Eiffel 65, sembrano messi lì più per gli accompagnatori che per il giovane pubblico a cui la pellicola è chiaramente destinata. Il tutto culmina però con l’immancabile canzone originale della sempreverde Cristina D’Avena: impossibile non commuoversi durante i titoli di coda!
La pellicola è incentrata su Puffetta ed il pregio migliore del film è proprio lo sviluppo e l’evoluzione di questo personaggio. Viaggio nella Foresta Segreta infatti non racconta solo il viaggio dei quattro piccoli amici blu alla ricerca di un villaggio misterioso, ma anche quello della protagonista femminile alla ricerca di sé stessa e del suo ruolo nel fantastico mondo dei Puffi.
Il regista Kelly Asbury (Spirit – Cavallo Selvaggio, Shrek 2) – non proprio un novellino nel campo dell’animazione – ha puntato inoltre sul 3D. Vi sono parecchie scene durante il film girate appositamente per esser godute con gli occhialini specifici (e i due Euro di sovrapprezzo al cinema, ndr), caratterizzate da slow-motion divertenti e colori sgargianti.