Casa (generalmente) è sinonimo di posto sicuro, in cui ci si sente protetti e circondati da persone che ci amano e ci sostengo…Beh non è questo certo il caso dei ragazzi di Riverdale. La settima puntata, In a Lonely Place, arricchisce sempre di più l’intricata trama di fili che collegano i protagonisti della storia, scuotendo le dinamiche tra i personaggi e creando nuovi assestamenti.
Betty, preoccupata per la sorella scomparsa e incinta, chiede aiuto ad i suoi amici per ritrovarla. Ma i Blossom vengono a conoscenza che la fuga di Polly è avvenuta la stessa notte in cui la macchina piena di prove utili per incastrare l’omicida, è stata bruciata. Non esitano così ad additare Polly come colpevole della morte del figlio, ma le prove non reggono.
Nel frattempo il nostro narratore, Jughead, prende possesso della scena e si mette sotto i riflettori. La sua famiglia è ridotta in pezzi, suo padre è un criminale alcolizzato e lui è costretto a vivere nello scantinato della scuola. Dopo attimi di momentanea e illusoria serenità per il ritorno del padre a lavoro, i guai non esitano a tornare e Jughead viene prelevato dalla polizia per un interrogatorio riguardo alla morte di Jason. Il ragazzo ha un trascorso difficile e, secondo lo sceriffo, potrebbe essersi voluto vendicare per gli atti di bullismo che ha dovuto subire dalla squadra di football di cui Blossom era capitano. Un movente alquanto ridicolo, ma Jughead viene scagionato solo grazie a Fred Andrews che gli dà un alibi e una casa in cui stare.
Betty trova Polly ma deve difenderla sia dalla sua famiglia che vuole dare il bambino in adozione contro il volere di Polly, sia dalla famiglia Blossom che sicuramente non ha buone e caritatevoli intenzioni. Viene coinvolta così anche Hermione Lodge che si offre di prestare asilo alla fuggitiva.
La scena finale dell’episodio ci mostra il motivo per cui è stata data così tanta attenzione al padre di Jughead, l’uomo ha tutte le carte in regola per entrare far parte della schiera dei sospettati. Che ruolo ha avuto nell’omicidio Blossom?Sembra che nella cittadina di Riverdale non bisogna solo guardarsi le spalle da un assassino a piede libero ma anche dai propri genitori, infatti abbiamo imparato che sotto ogni sorriso ostentato si nasconde un ghigno malefico.
Tra questi toni intensi si affacciano i protagonisti del fumetto dell’Archie Comics al quale la serie di ispira. Come una sorta di cameo, la serie rende omaggio al fumetto di Archie attraverso il sogno di Jughead, in cui appaiono i personaggi nelle vesti dei disegni creati da Bob Montana nel lontano 1941. Il sogno/fumetto però non si presta ad alleggerire il clima con un’atmosfera comica e spensierata, al contrario si fa cupo, quasi horror, per dare vita all’incubo del povero Jughead.
La puntata sprizza compassione da tutti i pori: prima con la triste storia di Jughead, poi con la povera Polly e infine con Cheryl, il cui amore per il fratello fa uscire la parte più buona di lei. Tutti impegnati a sopravvivere alle loro famiglie disastrose, inclini ad una certa malsana perversione nel distruggere le vite dei propri figli.
Nell’episodio In the Lonely Place vengono affrontati temi più impegnativi rispetto alle solite diatribe tra i banchi di scuola, i personaggi acquistano spessore e, grazie anche alle nuove svolte che sta prendendo il caso, noi possiamo iniziare a fare le prime congetture su chi sia il reale assassino.