I personaggi della Aardman Animations rappresentano, per molti dei nati negli anni ’90, un bellissimo ricordo. Molti hanno avuto la fortuna di crescere con i mediometraggi di Wallace and Gromit, come Una tosatura perfetta (1995), in cui la futura star Shaun the Sheep ha fatto la sua prima apparizione. Quella della Aardman è una narrazione dall’ironia sottile ma diretta, che ha mantenuto, negli anni, l’arguzia e il british humor. Shaun è senz’altro il personaggio di maggior successo commerciale della Aardman, ed è anche uno di quelli che è rimasto nel background tradizionale delle prime storie: la campagna inglese. Ma in questo secondo lungometraggio, dal titolo Shaun vita da pecora: Farmageddon, un ospite inatteso arriva nella fattoria di Shaun: l’aliena Lu-La.
Alien ed E.T. … Muti!
Uno dei marchi di fabbrica della serie Shaun vita da pecora è la mancanza di dialoghi. Anche in questo caso, né gli animali, né gli umani, spiccicano mai parola. Uno sforzo notevole, per un film di un’ora e mezza, pur non raccontando la più originale delle storie. Lu-La, una piccola aliena, finisce per sbaglio sulla terra. Il compito di Shaun, annoiato dalla vita di fattoria monitorata severamente dal cane Bitzer, sarà aiutarla a tornare a casa. Senza che gli agenti incaricati di catturare gli alieni trovino lei o la sua astronave prima di allora. Basta mettere Drew Barrymore a sette anni al posto del cane ed è E.T. l’extraterrestre paro paro.
Non è su questo che punta il film, che scorre in maniera piacevole anche se prevedibile. Si tratta di un omaggio ai film di fantascienza più iconici: da Alien a Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, da 2001: Odissea nello Spazio a E.T., appunto. La storia è un pretesto per divertirsi e far divertire gli spettatori di tutte le età. Alcune figure sono comunque interessanti, come la capa degli agenti sulle tracce di Lu-La: all’apparenza algida ma molto divertente, così come gli agenti perennemente in scafandro che comanda.
Cara vecchia stop motion
La Aardman Animations ha un rapporto speciale con la stop motion. Anche in film più elaborati come Giù per il tubo (2006), realizzati in computer grafica, mantenere il tocco artigianale è stato fondamentale. Un’identità così marcata ai tempi in cui anche l’animazione non è esente da spin off, sequel e prequel, addirittura dove si attinge ai personaggi di videogiochi pur di battere cassa, Shaun rappresenta una bella testimonianza di “personaggio che ce l’ha fatta”. Pur essendo tecnicamente uno spin off, in effetti.
Cara vecchia slapstick
Shaun vita da pecora: Farmageddon, ha un ritmo ben scandito da gag in stile slapstick. La storia prevedibile dà la possibilità di costruire scenette molto buffe anche se semplici. Una delle qualità indiscutibili del film è proprio quella di essere molto divertente: va comunque detto che la vita di campagna basta e avanza per permettere a Shaun di mostrare tutta la sua verve comica. Le scene iniziali in fattoria prima dell’incontro alieno sono le più piacevoli e le più incisive. Merito forse di quel sapore à là Wallace and Gromit difficile da scordare per chi scrive. Proprio la parte della fuga aliena è meno interessante e rallenta il film. Animali e umani sono sempre protagonisti delle parti più belle, perché è quella la tazza di tè di scrittori e registi.
Certo, difficile che raggiunga la complessità (e il budget) di altri enormi film d’animazione in uscita, come Frozen 2: il segreto di Arendelle, tanto per dirne uno a caso, ma sicuramente si tratta di un’ora e mezza spesa in modo molto piacevole. Insomma, Shau vita da pecora: Farmageddon, è un appuntamento imperdibile per i fan più piccoli, ma contiene delle chicche che faranno sorridere anche i genitori, specialmente i più cinefili. Il film uscirà in sala il 26 settembre.