Stan Lee sarebbe stato vittima di abusi da parte di un collezionista, Keya Morgan, che in veste di manager avrebbe aggirato il noto fumettista e produttore isolandolo da amici e familiari, forse sfruttandone la vulnerabilità causata dalla morte della moglie. A dirlo è un giudice che nella giornata di ieri ha irrogato un’ordinanza restrittiva nei confronti di Morgan.
Queste le parole di Tom Lallas, ex avvocato del creatore dei supereroi Marvel e promotore dell’iniziativa giudiziaria volta a ottenere l’allontanamento dell’accusato: “Gli ha negato i contatti con i membri della famiglia e con altre persone che ha conosciuto e di cui si è fidato nel corso degli anni. Mr. Morgan ha allontanato Mr. Lee dalla casa di famiglia e lo ha portato in un ambiente sconosciuto senza avvisare i suoi parenti“.
Lallas sostiene che Morgan avrebbe preso il controllo della casa di Stan Lee arrivando ad assumere dei responsabili della sicurezza che hanno impedito ogni contatto e a far firmare ai suoi collaboratori contratti di massima riservatezza affinché non denunciassero gli ambigui fatti. La legge ha dato ragione al legale riconoscendo l’influenza negativa che Morgan ha avuto nei confronti del suo assistito. Un anno difficile per il papà della Marvel, nonostante i continui successi del marchio al cinema, l’ultimo dei quali Avengers: Infinity War è record di incassi.