Dopo la nostra recensione senza spoiler di Star Wars: Gli ultimi Jedi e quella contenente diversi dettagli sulla trama, è giunto il momento di concentrarci sui tanti omaggi e sui molteplici riferimenti più o meno nascosti contenuti in questo ottavo capitolo della saga. Abbiamo quindi selezionato per voi le più interessanti curiosità che potreste non avere notato nel corso della prima visione. Ciò che segue contiene per forza di cose molti spoiler, per cui non proseguite con la lettura se non avete ancora visto il film e non volete ricevere anticipazioni sui risvolti più importanti della trama. Fateci inoltre sapere nei commenti se avete notato qualche altro easter egg nascosto in questo vero e proprio evento cinematografico.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – I cameo
Star Wars: Gli ultimi Jedi presenta una lunga lista di cameo più o meno evidenti di celebrità. Fra i più eclatanti ci sono sicuramente quelli di Justin Theroux, visibile all’interno del casinò di Canto Bight, del regista di Rogue One Gareth Edwards e di quello di Baby Driver e dell’indimenticabile Trilogia del Cornetto Edgar Wright, entrambi nei panni di membri della Resistenza. Fra le comparsate più nascoste invece segnaliamo quella di Joseph Gordon-Levitt, che ha prestato la voce al personaggio di Slowen Lo su Canto Bight, e quelle di Tom Hardy e dei principi William ed Harry, nascosti sotto le armature degli stormtrooper che incontrano Finn, Rose e DJ.
Non possiamo inoltre non citare l’interpretazione di Mark Hamill di un secondo ruolo nel film, ovvero la creatura di Canto Bight Dobbu Scay (anagramma del montatore di Star Wars: Gli ultimi Jedi Bob Ducsay), e la commovente partecipazione del cagnolino della compianta Carrie Fisher Gary, anch’esso visibile dentro al casinò, con sembianze leggermente ritoccate.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – Il brutto presentimento di BB-8
Uno dei tormentoni della saga di Star Wars è la frase I have a bad feeling about this, che viene pronunciata almeno una volta in ogni film. Anche se durante Star Wars: Gli ultimi Jedi non sentiamo mai questa ormai storica frase, essa è comunque presente. Come molti avevano supposto, Rian Johnson in persona ha infatti confermato che la frase viene pronunciata dal droide BB-8 nelle fase iniziali del film, mentre combatte fianco a fianco con Poe Dameron. La sentenza è rimarcata da Leia, che dichiara di essere d’accordo con quella serie apparentemente indecifrabile di beep.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – Il segreto di Kelly Marie Tran
Una delle novità più importanti di Star Wars: Gli ultimi Jedi è stata il personaggio di Rose, interpretato da Kelly Marie Tran. Un personaggio che ha avuto uno spazio decisamente maggiore rispetto a quanto supposto da fan e addetti ai lavori. L’attrice di origini vietnamite ha sicuramente dato il suo contributo nel depistare il pubblico sulla sua presenza nel film; ha infatti nascosto di trovarsi sul set dell’ottavo capitolo della saga di Star Wars addirittura ai suoi stessi genitori, ai quali ha invece comunicato di essere sul set di un film indipendente in Canada. Per rendere più credibile la sua bugia a fin di bene, Kelly Marie Tran ha addirittura mandato ai propri genitori dello sciroppo d’acero, prodotto tipico canadese.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – Il record di Anthony Daniels
Dopo la scomparsa dello storico interprete di R2-D2 Kenny Baker, al quale una terribile malattia ha impedito di prendere parte a Star Wars: Gli ultimi Jedi, Anthony Daniels è a oggi l’unico attore ad avere preso parte a tutti i film della saga. Un record reso possibile anche dall’onnipresenza del suo storico personaggio di C-3PO, il droide assemblato da Anakin Skywalker e giunto incolume (o quasi) fino ai nostri giorni.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – La cicatrice di Kylo Ren
Nel finale di Star Wars: Il risveglio della Forza Rey colpisce Kylo Ren con la spada laser, provocandogli una vistosa ferita lungo il naso. Rian Johnson ha deciso di spostare questa ferita perché da lui ritenuta brutta da vedere, inserendola sull’occhio destro di Kylo. Curiosamente, la cicatrice finale di Kylo è molto simile e vicina a quella che abbiamo visto sul volto dell’Anakin Skywalker di Hayden Christensen nel corso della trilogia prequel.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – Un ferro da stiro particolare
Una scena molto criticata di Star Wars: Gli ultimi Jedi mostra una specie di lavanderia del Primo Ordine, con il dettaglio di un ferro da stiro intento a rimettere in sesto le uniformi dei membri dell’organizzazione. Rian Johnson ha confermato che quella bollata da molti come una forzata gag è invece una citazione al leggendario Hardware Wars, un corto di 13 minuti (visionabile a questo link) che possiamo tranquillamente definire come la prima vera parodia di Star Wars, popolata da personaggi che scimmiottano quelli originali ed elettrodomestici che si sostituiscono alle imponenti navi dell’Impero. Un omaggio sottile e ricercato, che testimonia la cura del dettaglio e il rispetto del passato della saga di questa produzione.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – La mano robotica di Luke
Impossibile non provare un brivido di emozione nel momento in cui durante Star Wars: Gli ultimi Jedi rivediamo la mano robotica di Luke, installatagli dopo l’amputazione della sua vera mano a causa di un colpo subito da suo padre Darth Vader. I più attenti avranno però notato un gustoso particolare: la mano meccanica di Luke presenta un vistoso danno, che risale al colpo subito dall’eroe nel corso della battaglia nei pressi del temibile Sarlacc ne Il ritorno dello Jedi. Un più che gradito omaggio a un dettaglio importante nella mitologia della saga.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – I dadi dorati
Molti si saranno interrogati sull’origine dei dadi dorati che Luke, o meglio la sua emanazione, consegna a Leia nelle fasi finali de Star Wars: Gli ultimi Jedi. Si tratta di un dettaglio difficile da notare risalente addirittura al primo Star Wars: nella cabina di pilotaggi del Millennium Falcon si possono infatti scorgere brevemente questi piccoli oggetti, che Luke consegna a sua sorella in un momento particolarmente toccante come ricordo delle tante avventure vissute insieme.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – I richiami a L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi
Se Star Wars: Il risveglio della Forza presentava molti riferimenti e somiglianze con Una nuova speranza, questo secondo capitolo del nuovo corso è decisamente più vicino a L’Impero colpisce ancora, da molti considerato come il miglior film in assoluto della saga, e a Il ritorno dello Jedi, episodio conclusivo della trilogia classica. Non ci riferiamo solo al tono cupo del film e al cammino di crescita, scoperta delle proprie origini e superamento delle tentazioni di Rey, simile a quello di Luke in Episodio V e VI, ma anche ad alcuni espliciti richiami a quelle memorabili pellicole.
Il richiamo più evidente è sicuramente il confronto a tre fra Rey, Kylo e Snoke, a cui la ragazza si presenta ammanettata e durante il quale subisce le tentazioni dei due villain, allo stesso modo di Luke nella parte finale de Il ritorno dello Jedi. Il segmento contiene inoltre alcune battute identiche a Episodio VI (C’è ancora del buono in te, Giovane stolta!) e si conclude in modo del tutto affine, ovvero con l’allievo del Lato Oscuro che tradisce il maestro.
Non sono da meno i riferimenti a L’Impero colpisce ancora: la dissolvenza utilizzata durante i dialoghi telepatici fra Rey e Kylo è la stessa di quella usata per i dialoghi a distanza fra Luke e Darth Vader nel finale del quinto episodio della saga, e anche la battaglia finale fra Resistenza e Primo Ordine è scenograficamente simile a quella iniziale del film del 1980, con il sale al posto delle distese innevate di Hoth e la presenza degli storici AT-AT.
Star Wars: Gli ultimi Jedi – La chiusura dell’arco narrativo di Luke Skywalker
In molti non hanno apprezzato la nuova versione di Luke Skywalker. L’eroe che vediamo nel corso di Star Wars: Gli ultimi Jedi è in effetti estremamente diverso da come lo ricordavamo: cupo, solitario, stanco, disilluso e a tratti anche burbero. A fianco di questa evoluzione drastica del personaggio ci sono però anche riferimenti più o meno espliciti al passato di questo iconico eroe. Ci riferiamo per esempio alla passione per il latte (anche se in questo caso è verde scuro) o all’ologramma di Leia che diede origine a tutto, mostrato a Luke dal suo fido R2-D2 nella struggente scena del loro incontro.
Il collegamento più evidente è però contenuto nella sequenza della dolorosa morte di Luke, con l’eroe che si abbandona stanco e ferito dopo l’ultima battaglia davanti a un tramonto binario del tutto simile a quello che aveva osservato con occhi sognanti su Tatooine, all’inizio del suo viaggio nella galassia. Impossibile poi non notare un richiamo al giovane eroe nella breve scena che conclude il film, con uno sconosciuto ragazzino che ispirato dalle gesta di Luke Skywalker osserva le stelle immaginando una vita di formidabili avventure ed epiche battaglie. La perfetta sintesi fra l’omaggio e il rispetto del passato e l’apertura a una nuova grande storia da raccontare.