Quanto abbiamo aspettato questo momento, ma finalmente è arrivato. Il countdown dei fan era partito oltre un anno fa, quando lo scorso novembre è uscito il primo teaser trailer. In realtà si trattava soltanto di poche immagini in sequenza (per una durata complessiva di soli 88’’), ma da allora non abbiamo saputo molto altro riguardo a trama e personaggi. Una scelta di marketing rivelatasi vincente (oltre 50 milioni di dollari in prevendita), che farà sentire ogni spettatore ripagato ed appagato al termine della visione, perché Star Wars: Il Risveglio della Forza è il film che ogni appassionato della saga stava aspettando… Dal 1983.
Finn è uno stormtrooper al servizio del Primo Ordine, che durante una rappresaglia capisce di non essere dalla parte del giusto, mentre Rey, che abita da sola in un vecchio camminatore d’assalto armato AT-AT abbandonato sul pianeta Jakku, vive alla giornata recuperando pezzi di vecchie astronavi da barattare. Le loro vite vengono sconvolte dall’incontro con Poe Dameron, il miglior pilota della resistenza, e BB-8, il suo droide.
I parallelismi con Episodio IV – Una nuova speranza sono molteplici e, più volte durante la visione, sembra di assistere ad un reboot. La pellicola è farcita di riferimenti al film del ‘77: i ruoli dei protagonisti, le loro azioni e le ambientazioni (il pianeta natale della protagonista è molto simile a Tatooine ad esempio). Abrams ha scelto inoltre di non azzardare troppo sulla trama che, seppur complessa, ricalca su più parti quella del quarto episodio e che, nonostante diversi colpi di scena assolutamente riusciti, mantiene una coerenza con la vecchia trilogia.
J.J. Abrams ha lavorato su due fronti per quanto riguarda la gestione del cast. Da una parte il regista ha dovuto scegliere i nuovi attori protagonisti e, come George Lucas, ha deciso di puntare su due attori giovani ma poco conosciuti al grande pubblico. Dall’altro l’elemento nostalgia, quasi obbligato in questo genere di operazioni, lo ha spinto a trovare una giusta collocazione alla “vecchia generazione”. Questa assume ruoli chiave, senza ridurli a semplici cammeo o, peggio, fastidiose “guide spirituali” come Leonard Nimoy in Into Darkness. Un lavoro ineccepibile è stato fatto anche coi nuovi personaggi: impossibile non affezionarsi alle sorti di Finn, Rey e BB-8. I tre funzionano benissimo insieme e la loro presenza risulta equilibrata sullo schermo. Tuttavia il personaggio interpretato dalla Ridley regala le scene migliori unendosi alla tendenza attuale di proporre su grande schermo forti personaggi femminili.
Darth Fener e Darth Sidious sono i veri simboli della saga di Star Wars. Gli antagonisti ricoprono quindi un ruolo fondamentale nella riuscita della pellicola e Abrams ne ha presentati ben quattro, che agiscono sotto il nome di “Primo Ordine” (movimento nato dalle ceneri dell’Impero): il Leader Supremo Snoke, Captain Phasma, il Generale Hux e Kylo Ren. Mentre i primi tre rimangono abbastanza abbozzati, il vero villain di questo Episodio VII è Kylo Ren. Interpretato da Adam Driver, quest’ultimo risulta essere un personaggio combattuto, profondo e complesso, manchevole però del carisma di Fener con cui il parallelismo sorge scontato e non solo perché l’ha martirizzato e conserva il suo casco, o meglio ciò che ne rimane, come reliquia Sith.
Una galassia lontana lontana… Che non è mai stata così vicina
Star Wars: Il Risveglio della Forza non è il film che probabilmente aspettavamo, ma è quello di cui avevamo bisogno. Visivamente è ineccepibile, i dettagli sono curati in ogni minimo particolare, gli effetti speciali sono usati alla perfezione, il 3D non è invasivo e lo spirito di Star Wars è rimasto intatto tra l’umorismo genuino, plot twist sorprendenti e una sequenza finale fenomenale. Le battute conclusive fanno rimanere con la voglia di vederne ancora e se pensiamo di aver sofferto troppo in questa spasmodica attesa, allora non abbiamo idea di cosa ci aspetta per i prossimi due anni, visto che Episodio VIII, diretto da Rian Johnson, arriverà nelle sale nel 2017.