Si è da poco conclusa anche in Italia la seconda stagione di Supergirl, la serie tv statunitense che ha come protagonista la kryptoniana Kara Zor-El/Danvers (Melissa Benoist). Ideata da Greg Berlanti, Andrew Kreisberg (entrambi creatori anche di Arrow e The Flash) e Ali Adler, trasmessa dalla The CW per la prima volta il 10 ottobre, la seconda stagione propone un nuovo filone narrativo che si compone di ben 22 episodi, due in più rispetto alla prima.
Cosa è successo?
Difficile sintetizzare in poche righe tutto quello che è successo nei tanti episodi che compongono la seconda stagione di Supergirl. Non ci troviamo infatti di fronte a un continuum narrativo. Ogni episodio presenta una situazione diversa, che ha come antagonista un personaggio in particolare alternato con altri nel corso della serie. La struttura delle storie è simile in ogni puntata: un momento di apparente serenità viene interrotto dalla minacciosa presenza del villain di turno, che viene inevitabilmente sconfitto dalla protagonista. Sono invece poche le vicende che ricorrono frammentate nelle puntate. Alcuni esempi sono la relazione sentimentale di Alex Danvers (Chyler Leigh) e il rapporto tra Kara e Mon-El (Chris Wood). Ma ci ritorneremo.
Avevamo lasciato Supergirl e J’onn (David Harewood) alle prese con un misterioso ragazzo piovuto letteralmente dal cielo. In seguito, scopriamo che si tratta di Mon-El, un daxamita, che presto si unirà alla causa di Kara e si innamorerà di lei. Nel frattempo, una pericolosa organizzazione criminale, nota come Cadmus, crea non poco scompiglio tra la comunità aliena che vive a National City, al DEO e a Supergirl, che tiene molto alla sua nuova amica Lena Luthor (Katie McGrath). Certo, non mancano nemmeno alieni con cattive intenzioni, come i marziani bianchi venuti a “giustiziare” una loro consanguinea, M’gann M’orzz (Sharon Leal), per tradimento, oppure come la creatura parassita che per millenni ha vissuto all’interno del corpo di un lupo (questo episodio in particolare sembra essere una citazione del film cult La Cosa). Supergirl, però, può contare sull’aiuto di molti, anche su un nuovo supereroe, The Guardian, di cui non vi sveleremo l’identità per non rovinarvi la sorpresa, e su vecchi amici come The Flash. Quest’ultimo compare nuovamente nell’universo di Kara per chiedere il suo aiuto, ma stavolta insieme a loro ci sono anche Arrow e Legends of Tomorrow. Il nono episodio, Medusa, è – infatti – la prima parte di un mega-crossover suddiviso in ognuna delle quattro serie. Assistere alla riunione di così tanti e importanti supereroi del mondo DC per combattere insieme la minaccia aliena di turno, è sicuramente emozionante e la trama prosegue la loro struttura narrativa.
Storia semplice ma ben fatta
Fin dalla prima stagione, la serie si è presentata con una storia tutto sommato semplice, non articolata, ma funzionante allo scopo di raccontare le vicende di Supergirl. In questa seconda parte, i temi affrontati sono diversi rispetto alla precedente, anche perché la nostra Kara è oramai cresciuta e più consapevole dei propri poteri e del suo ruolo. Il primo è sicuramente l’amore, verso i propri familiari, verso gli amici, un uomo o una donna. È importante sottolineare che si parla anche di amore omosessuale, in particolare quello tra Alex e l’agente Maggie Sawyer (Floriana Lima). Un altro tema cardine, che in parte si ricollega a quello precedente, è il razzismo. Qui sono gli alieni a essere oggetto di discriminazione da parte dei terrestri e, in quanto reietti di una società che non li accetta fino in fondo, vivono tra di loro, frequentano gli stessi posti e si nascondono (una problematica costante nei marveliani X-Men).
Inoltre, in Supergirl viene lanciato un importante messaggio, che non serve avere dei superpoteri per essere degli eroi, ma è quello che si ha dentro e si fa per gli altri a renderci super.