Con Episode 8 siamo giunti alla conclusione di questa intricata ed avvincente storia di Taboo, la serie tv creata da Tom Hardy, dal padre Edward “Chips” Hardy e Steven Knight. Una serie che resta ancora inedita nel nostro Paese.
Il settimo episodio ci aveva lasciato in sospeso, con James Delaney (Tom Hardy) chiuso nelle prigioni di Sua Maestà e torturato da Solomon Coop (Jason Watkins), che si vede costretto a cedere alle richieste del prigioniero: vedere Sir Stuart Strange (Jonathan Pryce). Il membro di più alto grado delle Compagnie delle Indie è costretto a presentarsi da James, che inizia a fargli domande su quanti uomini dell’equipaggiamento avesse assegnato all’“Influence”, la nave naufragata con a bordo 280 schiavi trasportati illegalmente. Strange è un uomo senza scrupoli, come del resto lo stesso James, i suoi interessi vengono prima delle vite degli altri, dunque l’equipaggio era sacrificabile. James, però, venne salvato da un africano e adesso ha già pronto un resoconto dettagliato della tragica vicenda da consegnare alla Commissione Reale, a meno che Strange un paghi un prezzo per il suo silenzio. L’unica cosa che Delaney chiede è una nave e l’uomo della Compagnia ha solamente quattro ore di tempo prima che il resoconto venga inviato a chi di dovere.
Nel frattempo, il piccolo Robert (Louis Ashbourne Serkis) adempie ai suoi ordini: consegnare dei messaggi scritti da James a Brace (David Hayman), Cholmondeley (Tom Hollander), Atticus (Stephen Graham), Lorna Bow (Jessie Buckley) e Chichester (Lucian Msamati). Ognuno di loro deve giocare un ruolo importante nella scacchiera disegnata da James Delaney.
Strange, ricattato, incarica i suoi due uomini più fidati, ma senza rivelargli i dettagli dell’accordo, di liberare le due prostitute che erano venute a testimoniare contro James, e di trovare una nave. Edmund Pettifer (Richard Dixon) si occupa delle due donne (Lorna rivela ad Helga chi siano stati i veri assassini della figlia), mentre Benjamin Wilton (Leo Bill) dell’imbarcazione. Si tratta della “Nuova Speranza”. Conclusa la loro parte in questo gioco, entrambi gli uomini della Compagnia vengono freddati da Atticus e i suoi, come pattuito.
Intanto, Cholmondeley prepara diversi esplosivi, mentre Lorna si presenta dalla contessa Musgrove (Marina Hands) per chiederle il lasciapassare per entrare nelle acque americane e i codici per le bandiere, ricattandola con la polvere da sparo. La contessa dovrà riferire di ciò a un certo Colonnade, nel caso non dovesse fare ciò che le si chiede il suo nome e quello dei suoi collaboratori giungerà alle orecchie di Coop.
James viene scagionato grazie alla Compagnia alle Indie e torna a casa per prepararsi a salpare. Qui, trova una lettera d’addio di Zilpha (Oona Chaplin), la quale rifiutata dal fratellastro e colpevole dell’omicidio del marito, decide di buttarsi da un ponte. Dopo essersi ripreso dalla triste notizia, James continua a muovere le sue pedine. Oramai manca poco alla marea, è tempo di issare le vele e partire. La destinazione sarà Ponta Delgada, nelle Azzorre, per incontrare colui che si fa chiamare Colonnade.
Taboo è una di quelle poche serie tv che a ogni singola puntata ti lascia con il fiato sospeso, perché hanno dietro una forte costruzione narrativa, complice un ottimo sceneggiatore, che sa attirare l’attenzione degli spettatori. Tutta questa prima stagione possiamo immaginarla come una lunga e complessa partita a scacchi giocata da James Delaney e da diversi suoi avversari, inconsapevoli del fatto che le loro pedine sono in realtà manovrate dal loro nemico. Ognuno ha un ruolo preciso sulla scacchiera di James e solamente in questo ultimo episodio è percepito anche dagli altri giocatori, impossibilitati a fare le loro mosse. James persegue i suoi obiettivi senza farsi troppi scrupoli, nonostante abbia a suo modo un occhio di riguardo per chi è dalla sua parte. Alla fine riesce a ottenere quello che vuole: vendetta nei confronti della Compagnia delle Indie, in particolare contro Strange e alcuni suoi complici; giustizia per le vittime dell’“Influence”; i permessi dagli americani per navigare sotto la loro bandiera. Ogni pedina è ricattabile a causa dell’altra ed è questa loro debolezza a rendere più forte James.
Insomma, un gioco complesso e lungo che non sembra avere fine con questa stagione (le prime indiscrezioni rivelano che una seconda stagione ancora non è stata decisa). In effetti, le premesse per continuare a raccontare questa storia ci sono tutte, sia per la solida base narrativa sia – inoltre – per l’ottima prestazione interpretativa da parte del cast, che riesce a rendere veri i loro personaggi (eccetto che per la Chaplin, il personaggio di Zilpha non risulta molto credibile). Anche la ricostruzione storica dei luoghi dove si trovano a muoversi, la Londra del 1814, è fondamentale alla buona riuscita della serie. La contestualizzazione della storia è, infatti, il fulcro di Taboo più che l’approfondimento psicologico dei protagonisti, che risultano – invece – già costruiti. È ciò che li ha resi come sono ad avere rilievo, non il loro progressivo mutamento. Un interessante elemento, che ancora non è stato indagato in modo dettagliato ma che è presente nelle vicende raccontate, è la magia. Poche parole pronunciate in una lingua sconosciuta (forse africana o forse degli indigeni di Nootka), delle pitture colorare, dei fumi e qualcosa di strano si manifesta.
Taboo si presenta come un’ottima serie tv, che non lascia spazi vuoti durante le singole puntate e tra l’una e l’altra, è ricca di avvenimenti e questa sua peculiarità non la rende pesante agli spettatori, che non possono non chiedersi come andrà a finire.