Terry Gilliam non ama i cinecomic. Lo scorso giugno le sue dichiarazioni avevano fatto infuriare i fan dei film tratti dai fumetti.
“Odio i supereroi. Sono una stronzata. Andiamo, crescete! Non saremo teenager per il resto della nostra vita. È grandioso sognare dei poteri grandiosi. I supereroi riguardano completamente il potere. E’ quello che non mi piace di loro. Devono combattere gli altri potenti supereroi. Un po’ di pace, amore e comprensione è quello di cui abbiamo bisogno“.
Recentemente però è tornato sull’argomento e, oltre a ribadire la sua poca stima per il genere, ha dichiarato di averne apprezzato finalmente uno: Avengers: Infinity War. Ecco le sue parole.
“Li trovo noiosi, sono ripetitivi, anche se sono tecnicamente brillanti. Il lavoro fatto è sorprendente, ci sono diversi attori notevoli e ci sono alcuni momenti molto belli. Ma per me è sempre lo stesso film, continuo a guardare la stessa cosa… La saga degli Avengers, invece, ho apprezzato l’ultimo, quello con Josh Brolin nei panni del cattivo. Ho visto molti film candidati all’Oscar, mi stavo annoiando e all’improvviso è arrivato qualcosa che mi ha fatto sorridere.”
Il regista non ha specificato cosa l’abbia colpito nella pellicola. Che sia stato il finale devastante? Probabile. Chissà, magari ora darà una chance ad Avengers: Endgame!
L’ultimo film diretto da Terry Gilliam, The Man Who Killed Don Quixote (L’uomo che uccise Don Chisciotte), è stato perseguitato da una maledizione: il regista ha impiegato più di vent’anni per concludere la sua opera. Quando rivedremo il regista tornare dietro la macchina da presa?
Di seguito la sinossi de L’uomo che uccise Don Chisciotte:
Un vecchio impazzito si convince di essere Don Chisciotte e scambia il giovane consulente pubblicitario Toby per il suo fedele scudiero Sancho Panza. I due si imbarcano quindi in un viaggio bizzarro e allucinato, sospeso tra i giorni nostri e un magico XVIII secolo. Tuttavia, come già accaduto al vecchio cavaliere, anche Toby inizia a venire gradualmente consumato dalle illusioni che si crea, rischiando di non saper più distinguere i sogni dalla realtà.