Lo scorso 23 aprile è stata rilasciata l’ultima puntata della seconda serie spin-off dell’universo cinematografico più redditizio della storia del cinema. Al netto di tutte le considerazioni circa la qualità del risultato finale, The Falcon and the Winter Soldier si è configurata più come un film di 5-6 ore prequel del nuovo Captain America più che una serie a sé stante. Che sia un pregio o un difetto è irrilevante, perché questa era l’intenzione di Kevin Feige & co. Per questo motivo vale la pena concentrarsi sulla sostanza piuttosto che sulla forma, andando ad analizzare quelli che sono tutti gli aspetti che hanno caratterizzato le sei puntate di questa serie.
A new Cap
All’apparenza, potrebbe sembrare che The Falcon and the Winter Soldier non sia servita a nulla a livello di macro trama. Se una persona guardasse in continuità Avengers: Endgame e Captain America 4 (è stato appena annunciato essere in lavorazione) non avrebbe certo bisogno di vedersi i sei episodi della serie. Sam avrà lo scudo che Steve Rogers gli ha consegnato, Bucky continuerà a non avere gli incubi per le cattive azioni compiute, e Zemo, il cui utilizzo nella serie è servito esclusivamente ad alzare il livello di carisma dei protagonisti, sarà in un’altra prigione.
Provando a vedere la stessa questione da un altro punto di vista, però, le cose cambiano. Per Bucky, certo, che abbiamo conosciuto più nel profondo, ma soprattutto per Sam, che dal prossimo Marvel Movie non avrà quello scudo solo per investitura di Cap. Non si può che provare una sensazione di soddisfazione e sollievo sapendo che avremo un Captain America politico e non solo etico, che non ha paura di schierarsi, che non sarà ben visto da tutti per la sua etnia ma che nonostante ciò dirà sempre ciò che pensa. Una figura necessaria nell’America, e nel Mondo, di oggi.
Il Cinema in tv
La Marvel è stata spesso accusata di portare al cinema dei film poco cinematografici che andavano a costituire una vera e propria serie tv. Ebbene, in diversi episodi di The Falcon and the Winter Soldier si ha sensazione opposta. Per lo sviluppo dei personaggi che da un punto di partenza (Sam la cessione dello scudo, Bucky gli incubi) hanno un’evoluzione che li porta a chiudere un percorso, per la gestione cinematografica delle sequenze d’azione e per i toni freddi e notturni della fotografia.
Purtroppo però, la regia è nettamente insufficiente, piatta, inconcludente e, a tratti, anche fastidiosa (come ad esempio la gestione dello scontro che apre il sesto episodio). Il fatto che The Falcon and the Winter Soldier sia poi stata diretta dalla stessa persona, Kari Skogland, è un’aggravante non da poco. In oltre cinque ore la regista canadese non è riuscita mai a lasciare il segno, a dare la propria impronta stilistica. Anche la sceneggiatura presenta diversi passaggi di difficile comprensione come, ad esempio, il motivo che muove Sharon Carter (che sia una Skrull?) o la miseria in cui vive la famiglia di un Avenger (davvero difficile da spiegare).
Il tema cardine di The Falcon and the Winter Soldier
Il razzismo è il tema principale che intreccia la serie. Viene declinato sia attraverso i Flag-Smashers, ovvero coloro che si sono sentiti messi da parte dopo il Blip, sia da Isaiah, il supersoldato vissuto all’ombra del Cap originale e privato dal proprio governo di qualsiasi merito e dignità. Infine da Sam che, proprio attraverso il rapporto con l’anziano eroe di guerra, maturerà tutta una serie di consapevolezze che lo porteranno a fare i conti con le conseguenze delle proprie scelte e ad assumersi quelle responsabilità che, in prima istanza, aveva deciso di rifiutare.
La vera forza di The Falcon and the Winter Soldier è sempre stata nella motivazione dei personaggi e nelle sfumature politiche mai così esplicite in un cinecomic Marvel. Nell’ultimo episodio ciò raggiunge l’apice con un discorso di Captain America davvero forte, privo di compromessi e coraggioso per un prodotto di consumo, oltre ad una grande conclusione per la storia del personaggio più riuscito di tutta la serie e uno dei più straordinari dell’universo Marvel: Isaiah Bradley.
Nel caso voleste recuperare anche le nostre recensioni delle puntate precedenti trovate di seguito i link: