L’inizio di The LEGO Movie 2 – Una nuova avventura è quanto di più inatteso ci si possa aspettare da un seguito diretto di un successo di animazione: una sequenza introduttiva che ci immette “in medias res” nell’azione, mostrandoci subito le conseguenze dell’invasione adorabile ma letale dei DUPLO del finale del primo film, ormai uscito nei cinema ben cinque anni fa. Scopriamo così che Emmet e compagnia bella sono sopravvissuti al micidiale attacco e cinque anni dopo (non casualmente gli stessi passati nel mondo reale) vivono in quel che rimane di Bricksburg, ormai una landa desolata con tanto di città post-apocalittica che fa tanto Mad Max: Fury Road.
Non si è persa certo in tutta questa devastazione la giovialità del protagonista di arancione vestito, il quale quasi non sembra notare la distruzione intorno a lui, così contento di vivere ancora con i suoi amici (Wildstyle & Batman tra gli altri ovviamente) in relativa tranquillità. Sarà però un arrivo inatteso che minaccerà la situazione a riportarlo tra le stelle alla ricerca dei suoi compari e a rimetterlo giocoforza nei panni dell’eroe. Un eroe mattoncino decisamente fuori dalle righe.
I LEGO nel gotha dell’animazione mondiale
Questo l’incipit di The LEGO Movie 2, sequel del fortunatissimo esordio cinematografico del brand di giocattoli forse più celebre del mondo, alla ricerca della ricetta giusta per bissare il successo critico e di pubblico (quasi 500M di $ di incassi) dell’originale, dovendo giocoforza rinunciare a parte della sua carica innovativa, dopo aver infatti visto succedersi anche il magnifico LEGO Batman e persino LEGO NinjaGO sui grandi schermi.
Dopo aver assistito ai 106’ di questo sequel possiamo dire che Warner Bros. ha fatto centro una seconda volta, senza alcun dubbio. Il successo di LEGO non è l’autocelebrazione o l’autocitazionismo o l’essere un gigantesco spot cinematografico per il brand, bensì aver costruito intorno al marchio un film d’animazione che può – tecnicamente e narrativamente – competere con i mostri sacri come Dreamworks e Pixar.
The LEGO Movie 2 è innanzitutto miracolosamente divertente, per grandi e piccini. Come nei migliori esponenti del genere, ha un livello di comprensione dedicato ai più piccoli, che possono ridere delle sfortune di Emmet o delle espressioni di Unikatty, ma anche e soprattutto uno per chi magari è cresciuto con i mattoncini danesi e ora accompagna i propri pargoli al cinema, grazie alla sagacia dei risvolti di una trama non banale e la miriade di geniali citazioni e riferimenti alla pop-culture che vi farà ridere a crepapelle in più situazioni.
Sarà tutto meraviglioso anche questa volta?
Quello che unisce tutti è poi la musica, la vera spina dorsale della pellicola, ancora una volta. È meraviglioso, si cantava nel 2014, è meraviglioso si canta nel 2019, un tema che – accompagnato alla crescita dei personaggi nella vita reale – funge da specchio della trama del film, ora che tante disavventure sono capitate alla cricca di Emmet e persino a lui è richiesto di “crescere” e maturare, abbandonando la spensieratezza per la praticità, qualcosa che ci ha ricordato l’incommensurabile Toy Story 3. The LEGO Movie 2, in particolare nelle comunque (e fortunatamente) poche scene in live action, vuole raccontare questa storia di crescita e piazzare una morale che alla fine ci sta, pur apparendo un po’ scontata e prevedibile, in un contesto generale di un ottimo “more of the same” che perde parte della carica di originalità del suo predecessore. Ma non preoccupatevi, o voi patiti del trash, c’è una nuova canzone delirante: LA CANZONE CHE TI RESTA IN TESTA, la quale ci è, come prevedibile, rimasta davvero in testa ed è una delle parti più riuscite di questo curatissimo seguito.
Siccome anche l’occhio poi vuole la sua parte, The LEGO Movie 2 – Una Nuova Avventura, pur non raggiungendo i picchi allucinanti di tecnologia di LEGO Batman – mostra i miglioramenti di cinque anni di computer grafica e stop-motion nella resa iper-dettagliata dei modelli dei personaggi. Fate davvero caso, soprattutto davanti a un buon schermo IMAX, alla fedelissima ricostruzione e dettagli della plastica che compone i capelli di Emmet, le imprecisioni dovute al tempo nel suo gilet e le rifrazioni della luce su quelli che su schermo sembrano davvero davvero gli stessi mattoncini con i quali tanto tempo abbiamo passato, immaginandoci le nostre storie. Quelle stesse storie che potete ritrovare un’altra volta al cinema a partire dal 21 febbraio.