La forma dell’acqua – The Shape of Water è un film scritto e diretto da Guillermo del Toro, interpretato da Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins e Octavia Spencer.
Elisa è una donna che lavora in un laboratorio scientifico di Baltimora, come donna delle pulizie, affiancata dalla sua amica Zelda. Elisa è una ragazza muta, vive sola, l’unica sua compagnia è un vicino di casa bizzarro che abita con due gatti e possiede un talento innato per l’arte. Un giorno al laboratorio, Zelda ed Elisa scoprono una creatura marina tenuta in prigionia, un tritone che emette dei suoni incomprensibili ma dotato di un’arguta intelligenza. Elisa ne rimane affascinata, comincia ad andarlo a trovare di nascosto, portandogli del cibo, facendogli ascoltare della musica e insegnandogli il suo linguaggio dei segni, essendo entrambi accomunati dallo stesso silenzio. Ma la loro vicinanza è minata da un uomo, il colonnello Strickland, che è determinato a mettere fine alla vita di questa creatura, che per gli amazzoni rappresenta un dio, ma per alcuni gerarchi ignobili è solo un essere da studiare e sacrificare.
Il film di Guillermo del Toro è una storia d’amore liquido, non come intendeva Bauman, ma un amore che prende vita tra due esseri apparentemente incompatibili, che vivono nell’incompletezza, nel silenzio, che si forgiano nel moto marino, nelle forme ondivaghe, e che si completano perché l’uno non percepisce la mancanza dell’altro.
The Shape of Water, inoltre, è un film in cui si manifesta con timido ardore il mito di Orfeo. Inizialmente questo nome appare come un’insegna, quella del cinema al di sopra del quale abita la nostra protagonista. Sarà lo stesso dio dell’acqua a entrarci: da quel momento cambierà tutto, sarà un momento di nuove consapevolezze. Orfeo è come la creatura marina, è apollineo e dionisiaco, è intuitivo e carnale.
Elisa è una donna alla quale è stata portata via la voce, e i graffi sul collo sono l’immagine furiosa di qualcosa che le è stato tolto, e quelle stesse piccole cicatrici troveranno un senso all’interno del film. Anche il sesso occupa uno spazio determinante, e ciò rende il tutto meno fiabesco e incantato. Il sesso all’interno di Shape of Water è molto più che un elemento circostanziale, è un linguaggio, una scelta determinata dall’assenza della parola, un’assenza di dialogo per due esseri che, a loro modo, trascendono l’umano. Laddove c’è amore, c’è erotismo. Ed è ben visibile come Elisa approcci alla propria sessualità in modo reale, come ogni essere umano, senza che si veda in modo esplicito.
Sally Hawkins interpreta il suo personaggio in modo perfetto
La forma dell’America che viene colta all’interno del film è quella di un paese che insegue il futurismo, denso di ottimismo e di promesse, che parallelamente convive con il sessismo e il razzismo. C’è una evidente denuncia delle diseguaglianze di ogni natura, in modo sottile, senza stravolgere l’andamento narrativo o la tensione drammatica. Piccoli dettagli che mostrano che la pellicola non appartiene ad un tempo specifico, nonostante sia ambientato nel 1962: la sua è una temporalità simbolica, poiché tutto l’odio e la discriminazione che sconfina dai volti degli accusatori non hanno tempo, non hanno nazione, sono ovunque e sempre.
Nel personaggio di Michael Shannon, il colonnello Strickland, si intravede quel Teorema di Pasolini che prende di mira alcuni aspetti della vita borghese, e non è un caso che Del Toro abbia voluto dare un piccolo spazio alla politica: il fantasy è sempre politico.
Sally Hawkins interpreta il suo personaggio in modo perfetto: è espressiva, evocativa, maestosa e fragile. D’altra parte i personaggi, ognuno a suo modo, sono scritti in modo preciso ed è proprio la scrittura a dover essere encomiata in modo particolare. L’opera di stesura e di narrazione sono una gioia per gli occhi e bisogna anche sottolineare l’enorme lavoro visivo realizzato, dalla scelta dei colori, alle scene con l’essere marino, alla divisione cromatica dell’appartamento e anche meteorico. Tutto è complice all’interno della pellicola a rendere The Shape of Water una leggenda autentica, emozionante, delicata e sovversiva, come l’amore.