Sandra Bullock torna sul piccolo/grande schermo dello streaming con un film in cui si mette in gioco con un personaggio che richiede una forte fisicità. The Unforgivable infatti è una di quelle pellicole in cui non hai una chiara visione d’insieme fino a che non arrivi all’ultima scena, all’ultimo istante, disegnando una protagonista per inquadrare la quale è necessario andare oltre tutte le apparenze del caso. Il film è uscito in questi mesi sul catalogo di Netflix, per la regia di Nora Fingscheidt, basato sulla miniserie televisiva britannica del 2009 Unforgiven, scritta da Sara Wainwright. In questo caso il titolo stesso della pellicola si rifà a tutta una serie di questioni che vengono affrontate nel corso della trama, sviando di primo acchito, ed arricchendo la successiva visione d’insieme che gli eventi offrono gradualmente.
Imperdonabile
The Unforgivable, come scritto sopra, è un aggettivo che pur riferendosi direttamente alla sua protagonista apre a tutta una visione d’insieme molto più complessa. Al centro della storia troviamo una donna, Ruth Slater, che dopo essere stata scagionata di prigione per buona condotta cerca di riprendere in mano la propria esistenza. La sua è una storia molto complicata fatta di problemi finanziari e di pressione da parte della società. Senza genitori si era ritrovata molto giovane a dover fronteggiare le spese del caso insieme alla sorella più piccola. I problemi però erano parecchi e da sola non riusciva a fronteggiare tutto quanto, fino a raggiungere un limite che culminerà in un terribile omicidio. Questo l’ha condotta in prigione e quando facciamo la sua conoscenza la vediamo in procinto di rientrare nella società, con le dovute precauzioni ovviamente.
Il giorno in cui lei è stata messa dentro ha perso la sorella, che negli anni ha rimosso sempre di più quel pesante trauma, entrando adottata in una nuova famiglia che l’ha cresciuta bene, e uno sceriffo locale ha perso la vita. Ecco che il dolore diventa il carburante principale di una storia parecchio sfaccettata. Da una parte abbiamo Ruth, una donna taciturna e fredda, poi la sorella (interpretata da Aisling Franciosi), ignara di quanto il suo passato è stato violento, e i figli dello sceriffo che perse la vita anni prima, privati di una figura paterna che ancora oggi fa sentire la sua mancanza. Da ciò si sviluppa la trama, una storia che non si presenta mai in maniera lineare proprio perché la sua regista gioca moltissimo con l’occhio di chi guarda. Gli eventi quindi si sviluppano seguendo vari punti di vista, i quali ampliano ulteriormente i dettagli emotivi e personali dei vari personaggi, offrendo anche qualche spunto interessante. La vendetta, il riscatto, la mancanza, la perdita, sono tematiche continuamente rimescolate e ritratteggiate in base al personaggio che si sta guardando. Questo è il punto di forza maggiore di The Unforgivable.
Tante domande
Un tipo di narrazione del genere non offre facilmente le varie risposte del caso quindi, ritrovandosi, invece, ad ispirare sempre più domande, sempre più questioni impossibili da risolvere. Chi ha ragione? Il dolore giustifica davvero ogni mezzo e scelta? Fusa a tutto ciò una fotografia sempre cucita addosso allo stato d’animo di ogni singolo personaggio in scena. Sempre scura e ordinata, anche nei momenti più intensi, sempre attenta a un contesto che non si rilassa mai del tutto, non si distende. Un punto interessante è anche la regia di questo The Unforgivable, incentrata a valorizzare le singole interpretazioni, restituendoci una protagonista che parla pochissimo davanti alla camera, ma che comunque comunica perfettamente attraverso un silenzio che andrebbe sempre interpretato fino in fondo. Forse l’”imperdonabile” di questo film non è la sua protagonista o gli altri personaggi ma la vita stessa che alle volte ci mette davanti a scelte inevitabili e ingiuste.