Che fine ha fatto Eugene? Lo scopriamo in questo undicesimo episodio “Fidati, non fidarti”, con meno azione ma più sentimento, esplorando maggiormente personaggi rimasti fin’ora in secondo piano. Conosciamo quindi meglio i Salvatori osservando più da vicino coloro che si identificano dietro al motto “io sono Negan”.
L’episodio è interamente ambientato nel covo dei Salvatori, poco tempo dopo la fuga di Daryl e durante l’arrivo di Eugene, catturato da Negan e i suoi uomini. Il “nerd del gruppo” è di fatto il protagonista dell’episodio, il quale verrà accolto in maniera del tutto differente da Daryl, infatti sarà subito sistemato in un ottimo alloggio con il diritto di poter usufruire di tutti i confort disponibili nella base. Insieme a lui esploriamo meglio la zona e veniamo a conoscenza del sistema gerarchico che vige tra i Salvatori, scoprendo che all’interno della loro comunità esistono differenti status sociali: oltre ad avere ognuno un compito preciso non tutti godono degli stessi diritti e ad ogni persona viene attribuito un numero di identificazione.
Dopo una lunga attesa torna in scena Negan e la sua inconfondibile spocchia, che si contrappone all’insicurezza e alla goffaggine di Eugene, il quale trema come una foglia ogni qual volta si trovi di fronte al brutale leader dei Salvatori.
Interessante è l’incontro di Eugene con alcune delle mogli di Negan, le quali lo pregano di fargli un particolare favore: la scelta finale dell’uomo di fronte a tale richiesta è interessante ma forse anche prevedibile conoscendo il personaggio. Eugene infatti non brilla per il coraggio o l’intraprendenza ma nonostante ciò è riuscito a sopravvivere fino ad ora, questo perché – come lui stesso aveva ammesso diverso tempo fa – ha il cervello dalla sua e può sfruttare il suo intelletto per trovare un sistema per non farsi uccidere, rimanendo comunque in una situazione di gregario, non potendo fare altrimenti considerando che lui è ciò che c’è di più lontano dall’essere un uomo d’azione.
Il filo narrativo che fa da controcanto alla vicenda vede protagonista Dwight e la travagliata storia che lo lega a quella che era una volta sua moglie, ora sposata con Negan e una delle favorite del suo harem. Andiamo quindi ad esplorare meglio la psiche di un personaggio che, nel bene e nel male, si può considerare interessante. I suoi comportamenti si rivelano continuamente contraddittori: si dimostra essere uno dei fedelissimi di Negan, privo di scrupoli e pronto a tutto per il suo capo, ma ogni volta che si ritrova lontano dallo sguardo del suo leader lo vediamo agire in maniera diametralmente opposta. Lo avevamo intuito già in passato, quando aveva ferito Daryl, forse nella speranza che la ferita lo rendesse meno minaccioso agli occhi di Negan dandogli una possibilità di sopravvivenza.
A tal proposito, pare che tra Dwight e Daryl dovrebbe esserci una qualche somiglianza che ci sfugge, o almeno questo è quello che vede la moglie, la quale ha sempre avuto una particolare apprensione nei confronti del biker di Alexandria. Questo toglie diversi interrogativi per ciò che riguarda sia il rapporto che ci sta tra Negan e le sue mogli, Negan e Dwight, Dwight e Daryl e la sua fuga. Abbiamo finalmente una piccola dimostrazione di vena artistica nella narrazione con la scena della lettera a Dwight. Notiamo con piacere che ogni tanto gli autori si ricordano di riesumare gli elementi che hanno realmente fatto presa sul pubblico, anche se niente di lontanamente paragonabile a certi episodi della terza o della quarta stagione.
Come al solito l’ultimo paragrafo sarà aperto agli spoiler, quindi vi sconsigliamo di continuare se non avete ancora visto la puntata in questione.
Ormai è palese che non tutti i Salvatori sono felici di essere tali, sembra anzi che ci siano più detrattori che simpatizzanti, prime tra tutti diverse mogli di Negan, le quali si sono trovate costrette a sposarsi con lui per motivi tutt’altro che sentimentali. Ciò spiega perché le due mogli abbiano cercato di coinvolgere Eugene in un disperato tentativo di uccidere Negan, piano al quale rifiuta di partecipare non appena comprende l’intenzione delle due donne. La motivazione è semplice: gli manca il coraggio, fatto di cui non si vergogna di ammettere.
Inutile dire che i Salvatori “diventino Negan” solo per sopravvivere, così farà anche Eugene, il quale ha imparato a sopravvivere schierandosi sempre con il più forte. Tuttavia sembra chiaro che abbia accettato di “essere Negan” solo perché ben consapevole che l’alternativa sarebbe stata una morte violenta. La conclusione vede una scena con Eugene e Dwight insieme, ossia due persone costrette ad allearsi con i Salvatori senza possibilità di scelta. Non è quindi detto che la loro sottomissione possa essere definitiva: le bugie di Dwight, per esempio, ne sono una prova tangibile. Lo stesso Eugene non si è fatto troppi problemi a cambiare bandiera, ciò darebbe parecchio da pensare. Da quale parte decideranno di stare i due sventurati una volta giunti alla resa dei conti?