Tornano in primo piano Rick e Michonne, in questa dodicesima puntata – È giunto il momento – che getta le basi per la battaglia futura. In un’altalena che oscilla tra il dubbio e la determinazione, i nostri eroi stanno infine radunando le forze e i mezzi per la tanto agognata guerra contro Negan e il gruppo dei Salvatori, ma l’impresa è più ardua del previsto, sia per quanto riguarda le armi a disposizione, sia per la motivazione tra gli abitanti di Alexandria, ma la speranza è l’ultima a morire, anche se la rivolta non smette di sembrare un gesto disperato per riconquistare la libertà.
Ancora un giorno in più
Protagonisti dell’episodio sono maggiormente l’ex sceriffo e la l’indomita spadaccina. Rick e Michonne passano il giorno a cercare armi e provviste e si abbandonano alla passione la notte. I due sono nuovamente in sintonia e proiettati verso un obiettivo comune ma Rick sembra voler tergiversare sul loro ritorno a casa, come se non avesse voglia di tornare ad Alexandria. Michonne al contrario freme per la battaglia e non vede l’ora di tornare a casa col bottino. Durante le ricerche i due si imbattono in un parco giochi pieno di militari, ovviamente trasformati in vaganti, tutti armati. I due lo prendono come un segno e si dedicano allo sterminio dei morti viventi e al recupero di armi e scatolame, ma l’operazione si rivela meno semplice del previsto, anche per due combattenti esperti come loro.
Intanto ad Alexandria la situazione è tutt’altro che serena. Tara si chiede se sia giusto continuare a tacere sull’esistenza della comunità che l’aveva accolta, mentre Rosita non smette di tormentarsi sul suo fallito tentativo di uccidere Negan ed è stanca di aspettare che il suo gruppo si organizzi per attaccare i Salvatori, lei vuole vendetta e la vuole subito.
Missione solitaria
Questa stagione da dato molto spazio a personaggi che solitamente sono rimasti sempre in secondo piano quali Eugene, Tara e Rosita. Personaggi ai quali non avremmo dato più di due puntate di vita ma che invece sono ancora presenti, anche ogni tanto ci dimenticavamo della loro esistenza. Narrativamente è di certo una buona scelta: visto che si tratta di una serie si ha infatti una maggiore possibilità di sviluppo dei personaggi e rimanere concentrati solo su alcuni sarebbe un peccato.Tuttavia tale approfondimento ha stiracchiato di parecchio lo svolgimento della trama principale, dato che in più di un’occasione ci siamo trovati a vivere eventi di più puntate che si svolgevano durante l’arco di una sola giornata, ma se si allarga la geografia degli eventi è un fattore inevitabile.
Rosita sta avendo sempre più spazio nella vicenda ma si fatica un po’ a simpatizzare per lei: vuole vendetta e non le importa più di vivere, è determinata e non vuole assolutamente fallire, ma sembra come accecata dalla sete di sangue e tutti i suoi piani di dimostrano solo dei tentativi strampalati che vanno poi a rivelarsi un buco nell’acqua. Le cose sono due: o è poco intelligente, o vuole fare in modo di non sopravvivere una volta compiuta la sua missione.
Ormai è chiaro che Rosita vuole agire per conto proprio e non ci sarà piano bellico che le farà cambiare idea, ma i suoi fallimenti la porteranno a capire che non può farcela da sola.
Passiamo ora ad un’analisi un pochino più approfondita che potrebbe rivelare alcuni spoiler sull’episodio.
Guerrieri e amanti
In questo episodio viene dato un particolare risalto alle relazioni romantiche, ossia all’ultima coppia ufficiale rimasta: Rick e Mishonne.
L’improbabile coppia di amanti inizialmente colse di sorpresa tutti i fan – dato che nel fumetto i due non hanno nessun tipo di interesse reciproco – ma col passare delle puntate si sono dimostrati essere fatti l’uno per l’altra. Sono entrambi dei leader nati, forti, e coraggiosi, sempre pronti a sostenersi a vicenda, dove uno vacilla l’altro lo riprende e viceversa. In questa puntata ci viene ricordato che il rapporto tra i due non è affatto dato per scontato e loro malgrado non posso immaginare di perdersi.
Questo ci viene fatto capire quando Rick, cercando di colpire un cervo – fatto in una CGI improponibile – cade tra i vaganti facendo credere a Mishonne, e forse un po’ anche agli spettatori, di essere morto. Qui ci rendiamo conto dell’incredibile fragilità della donna, la quale ha ormai perso da tempo la corazza dietro la quale si nascondeva e l’idea che Rick possa morire è per lei insopportabile. Anche Rick si sente schiacciato dal senso di colpa nei confronti di Glenn, l’uomo che l’ha salvato all’inizio di tutto, e se non fosse per Mishonne si sarebbe arreso da tempo. Da questa situazione i due iniziano anche a rendersi conto che tutto quello che stanno facendo non è più per la loro felicità, ma per il bene comune, non si tratta più di loro, ma della felicità di tutti.