Eeny meeny miny moe… La conta scorreva lenta mentre Negan puntava la sua Lucille davanti agli occhi dei nostri eroi, mentre tutti i fan attendevano col fiato sospeso aspettando l’esito di quel gioco sadico, che sarebbe stato fatale per lo sfortunato vincitore. La conta finisce, la mazza coperta dal filo spinato cala sulla vittima e… niente. Arrivederci alla prossima stagione di The Walking Dead.
Per il sesto finale di stagione gli autori hanno optato per una scelta sadica ma efficace per tenere al guinzaglio i fan della serie: il cliffhanger, ossia una brusca interruzione a seguito di un momento culminante. La “cattiveria” degli autori risiede nel fatto di averci omesso l’identità della persona picchiata a morte dall’ennesimo villain della saga, mostrandoci solo un’inquietante soggettiva della vittima mentre si accascia a terra sotto i colpi di Lucille – una mazza da baseball ricoperta da filo spinato – l’arma preferita da Negan, interpretato da uno straordinario Jeffrey Dean Morgan, volto già celebre nel mondo delle serie tv (Grey’s Anatomy, Supernatural), conosciuto anche per aver interpretato Il Comico in Watchmen, del quale se ne rivedono alcuni tratti nei pochi minuti in cui l’istrionico antagonista ha fatto la sua entrata in scena nell’ultima puntata della sesta stagione della serie targata AMC.
The Walking Dead è una serie tv tratta dall’omonimo fumetto ideato da Robert Kirkman. Fin da subito la serie ha riscontrato una considerevole differenza con l’opera originale riguardo lo sviluppo degli eventi narrati e forse è proprio questa differenza uno dei motivi dell’enorme successo della trasposizione televisiva. Chi segue anche il fumetto sa bene che i personaggi hanno avuto più o meno sorti differenti: alcuni che sono vivi nella serie non lo sono nel fumetto e viceversa, relazioni che hanno sviluppi diversi o addirittura personaggi creati appositamente per la serie, primo a tutti il celeberrimo Daryl Dixon – l’improbabile sex symbol interpretato dal carismatico Normann Reedus – personaggio inizialmente secondario divenuto sempre più importante grazie al successo riscontrato sul pubblico; tanto da creare il motto: “If Daryl dies we riot”, “Se Daryl muore ci ribelliamo”.
Tuttavia in una serie in cui chiunque può morire non esistono favoritismi, tanto che sono state elaborate molte teorie che considerano proprio l’amato biker il prossimo che abbandonerà la serie.
Giochiamo al “totomorto”
Per mesi i forum hanno aperto scommesse su chi sarà il prossimo a passare a miglior vita. I più gettonati rientrano tra “i cinque di Atlanta” ossia i personaggi presenti fin dalla prima stagione: oltre a Daryl, chi sembra rientrare nella lista nera è il giovane Glenn. Tra i personaggi più “recenti” abbiamo Abraham e Eugeene. Chiunque sia, sarà un colpo al cuore per gli affezionati al gruppo più agguerrito di questa America post-apocalittica. A meno che una così lunga attesa non abbia effettivamente smorzato la suspense.
Effettivamente, un finale di stagione simile è davvero efficace? Dopo tanta attesa si terrà di certo il fan agganciato all’apertura della stagione successiva, ma è stata una scelta rischiosa. Di fatto più di un fan si è irritato per una simile trovata. Non è escluso che l’esito della vicenda potrebbe deludere molte aspettative troncando una buona fetta di audience. Tuttavia le risposte a tutti i dubbi le avremo tra pochi giorni, precisamente il 23 ottobre. Ciononostante sembrerebbe che i cari autori abbiano ancora qualche asso nella manica da giocare per tenersi stretti i fan, tra cui un celebre personaggio comparso solo nei fumetti e non nella serie, o almeno non ancora.
Perché The Walking Dead piace tanto?
Questa serie tv ha migliaia di fan ma anche un numero considerevole di haters, che la considerano prolissa e ripetitiva, oltre al fatto che non a tutti piacciono gli zombie (ma questa è un’altra storia).
Gli amanti degli zombie movies sembrano essere una razza di spettatori a parte, i quali sembrano avere un amore perverso per lo splatter e le orde di morti viventi che invadono le strade. The Walking Dead fin dalla prima stagione ci catapulta nel cuore degli eventi: svegliarsi e ritrovarsi in un mondo invaso da zombies spinti da una fame insaziabile. Ma la peculiarità di questa particolare storia è che col tempo i veri cattivi non sono i “vaganti”, bensì i viventi. Gli zombie sono diventati ormai un contesto, il punto cruciale della storia verte su altro, ossia l’umanità. Cosa ci rende davvero umani? In un mondo dove vige l’istinto di sopravvivenza, possiamo ancora conservare la nostra umanità? Chi è dunque il vero mostro? Questi quesiti sono diventati il tema principale della serie. Questo potrebbe piacere o non piacere, sta di fatto che, nonostante i difetti, The Walking Dead è tra le serie più seguite al momento e tutti i fan sono stanchi di aspettare.