Metà stagione per il revival più atteso dell’anno: Twin Peaks arriva al nono dei diciotto episodi previsti e unisce finalmente gli archi narrativi presentati nel corso della prima puntata, compiendo un passo significativo verso la soluzione di questo affascinante e terribile rompicapo.
Dopo aver lasciato Evil Cooper alle prese con due spalle criminali d’eccezione, Tim Roth e Jennifer Jason Leigh, la trama ci affida gli indizi provenienti dal passato, disseminati dal Maggiore Briggs e teneramente ricostruiti dai ricordi di infanzia del figlio Bobby, per sbrogliare il presente e forse anticipare il futuro. Coordinate, questa la preziosa eredità del Maggiore, che arrivano tanto allo sceriffo Truman quanto a Gordon, grazie al messaggio nella poltrona e alla confessione di William Hastings, preside accusato dell’omicidio della bibliotecaria la cui testa è stata ritrovata proprio sul corpo di Garland Briggs.
Un colpo di scena che sa mettere insieme ciò che finora è apparso confuso e spiazzante, a sua volta intrecciato con l’antefatto recondito dell’intera saga, il Caso Rosa Blu, difficilmente dimenticabile grazie all’esilarante scena di Fuoco cammina con me in cui lo stesso Gordon incarica dell’indagine l’agente Chet Desmond, destinato a sparire misteriosamente tra le foreste poste al confine invisibile tra mondi paralleli.
Insomma i nodi stanno venendo al pettine e verrebbe da dire anche gli incroci dimensionali posti al centro della cosmologia di Twin Peaks, la cui architettura sta svelando un saldo legame tra presente e passato, così come sono combinati tra loro il tempo e lo spazio, in una visione cosmica sempre più vasta e coesa in cui non esistono coincidenze e ogni fatto all’apparenza a sé stante è in realtà parte di questo universo, come sulla scia di un lungo effetto farfalla… compreso Jerry Horne che litiga col proprio piede anche se per ora non è chiaro come.
L’eclettismo di Lynch e Frost si mostra anche nella consueta mescolanza di stili, che al drammatico suicidio di Johnny e allo strazio dell’obitorio accompagna i simpatici siparietti dei poliziotti alla ricerca della verità su Dougie, di cui si denota ormai la non appartenenza a questo mondo, e naturalmente di Andy e Lucy, principale vena comica dello show dai suoi inizi. L’episodio si conclude ancora una volta tra le fosche luci del Bang Bang Bar, e restiamo in attesa di scoprire se il Cooper cattivo raggiungerà Diane, se il buono si avvicinerà alla presa di corrente e quale sorpresa riservino le pareti dell’albergo Horne.