Dopo la parentesi alquanto mistica dell’ottava puntata nelle due ultime settimane il revival di Twin Peaks sembra essere tornato ad una narrativa, diciamo, lineare. Si deve sempre tenere conto che il regista è David Lynch e che la linearità non è il suo forte.
Questa decima puntata dà molto spazio ai villain della storia, a parte le parentesi sempre comiche e tenere del nostro Dougie Jones o i siparietti iconici tra Lucy ed Andy, ricordo nostalgico dei lontani anni ‘90.
Richard Horne invece sembra giocarsela ad armi pare con Evil Cooper in quanto a cattiveria, il nipote di Benjamin Horne è totalmente fuori controllo. Diventa ancora una volta autore di un omicidio e protagonista di una delle scene più cruente di questa nuova stagione. Terrorizza, picchia e insulta sua nonna, a casa con il povero Johnny Horne che fa la sua comparsa, e le ruba tutti i soldi dalla cassaforte. Una mina vagante che non vuole essere ostacolata da nessuno. Il ragazzo con i suoi occhi azzurri ci ricorda costantemente il volto della bellissima Audrey che continua a farsi desiderare. Una grande assenza che non vediamo l’ora di colmare.
Lynch non fa che ribadire, puntata dopo puntata, il fatto che questo progetto sarebbe dovuto esser un grande film di diciotto ore, la serializzazione, ci tiene a precisare il regista, è stata solo per volere di Showtime. Di questo ce ne siamo accorti ampiamente visto che alla fine di ogni puntata rimaniamo sempre con la sensazione di aver visto troppo poco, di avere bisogno di qualche minuto in più per capire meglio e per concretizzare. La miriade di storie portate avanti all’unisono in ogni puntata ci lascia spaesati perché non riusciamo a focalizzarne il contenuto. Scene di pochi minuti con ambientazioni e personaggi diversi vengono disseminate qua e là lasciandoci pochi indizi. Immaginiamo che poi tutto confluirà in un’unica grande storia ed anche se arrivati fino a qua qualche puntino lo abbiamo unito, ci rimane ancora difficile capire lo scopo di molte situazioni.
Il decimo episodio comunque scorre piacevolmente tra picchi di tensione e scene comiche come quella della ragazza che tenta di schiacciare una mosca, un capolavoro. Riusciamo a tornare con i piedi per terra e a proseguire con lo sviluppo narrativo dove il chiaro tocco lynchano è sempre presente.
Una cosa sicuramente non lascia spazio a fraintendimenti, Laura è stata, è e sarà il centro nevralgico di tutto lo show. Questo ce lo dice l’allucinazione di Gordon che vede la ragazza e soprattutto ce lo dice la Signora Ceppo con le parole “Laura è quella giusta”.
“Chi ha ucciso Laura Palmer?” è stato un tormentone per anni, eco di un successo senza pari che ritorna a gran voce anche a distanza di 26 anni. Nelle prime due stagioni il fulcro e la miccia che ha innescato una serie di eventi a catena è stato l’omicidio di Laura, ed ora che l’omicidio è stato risolto la ragazza dal passato problematico ritorna come “la prescelta”, il faro che può portare luce in questo caos minacciato dalle tenebre.