Voglio mangiare il tuo pancreas (Kimi no Suizō wo Tabetai) è il terzo appuntamento della stagione degli anime al cinema promossa e distribuita da Dynit e Nexo Digital. Con il successo prima di Mirai di Mamoru Hosoda, poi di Penguin Highway dell’esordiente Hiroyasu Ishida, sono arrivati sui nostri grandi schermi film di incredibile qualità, sia a livello di animazioni che di storie.
Il 21, 22 e 23 gennaio con Voglio mangiare il tuo pancreas arriverà al cinema una storia dal grande impatto emotivo, che farà parlare a lungo di sé, superando forse il successo di Your Name di Makoto Shinkai.
Il romanzo originale di Yoru Sumino, da cui è ispirata la storia (e che è stato acquistato da Dynit), ha venduto in patria oltre 2,6 milioni di copie e – sempre in Giappone – si è classificato al secondo posto come miglior romanzo del 2015. La trasposizione in più adattamenti era prevedibile, ma non che a cimentarsi nell’impresa di un film d’animazione ci sarebbe stato lo storyboarder di One Punch Man, Shinichirō Ushijima, che ha scritto la sceneggiatura e si è poi messo in gioco per realizzare il suo primo lungometraggio.
Nell’attesa dell’ultimo respiro
Voglio mangiare il tuo pancreas si apre senza preamboli con il funerale di Sakura Yamauchi (voce originale di Lynn), una ragazza amata da molti ed importante per il nostro protagonista maschile (voce dell’esordiente Mahiro Takasugi) che ha deciso di non presentarsi al funerale.
Il ragazzo, di cui non conosciamo inizialmente il nome (per un motivo che scopriremo in seguito), è l’io narrante della storia, che ci riporta al primo incontro con Sakura che da compagna di classe, a collega di biblioteca, è diventata importante e gli ha cambiato la vita.
Durante l’attesa in ospedale per un controllo medico, il nostro protagonista trova quello che gli sembra un libro ma scopre essere una diario, il diario di una ragazza con una malattia al pancreas. Ella altri non è che la sua compagna di classe Sakura Yamauchi, la quale rivela che presto o tardi il suo pancreas cesserà di funzionare e lei morirà.
Lui ci si aspetta rimanga scioccato dalla notizia, ma la verità è che non ha alcuna reazione: è introverso, asociale, disinteressato ai rapporti umani che sostituisce con la vorace lettura di libri. La reazione diverte Sakura la quale, nonostante la sua condizione, è una ragazza energica, vitale, ottimista e desiderosa di godersi ogni momento della vita. I due sono agli antipodi, tanto più che Sakura non ama per niente i libri ed è circondata da tante persone che la amano, solo che lui è l’unico che conosce il suo segreto e lei ha bisogno di condividerlo con qualcuno che le dia tranquillità, che non la tratti diversamente e con cui possa stilare una lista di cose da fare prima di morire.
Il nostro protagonista pensa che Sakura non debba perdere tempo con lui, disinteressato nel passare del tempo insieme; ma lei è uno tsunami vivente e contro le volontà del ragazzo organizza uscite su uscite che arrivano presto agli sguardi dei compagni di classe, voci che arrivano alla conclusione più semplice, attirando invidie e disgusto: una come Sakura non dovrebbe frequentare uno strambo per cui nessuno ha interesse, dovrebbe desiderare il più carino della classe e stare vicina alla sua migliore amica. Se da parte della ragazza non c’è cura per i pettegolezzi, è complicato per il protagonista gestire attenzioni indesiderate e sopportare chi indaga sul tipo di rapporto che c’è tra i due. Già, perché che tipo di rapporto è? Entrambi dicono che non è come gli altri pensano, ma allora cos’è il legame che li unisce?
Un legame senza nome
Il tempo che i due protagonisti trascorrono insieme, con la complicità di un segreto da condividere, porta a un’intimità tale che sembra inequivocabile. Sakura ama prendere in giro il nostro protagonista e tra teasing e pettegolezzi che corrono, scenari romantici, la bellezza della loro età, persino lo spettatore che conosce i fatti arriva a fare dei conti che non possono che portare a un inevitabile risultato.
Voglio mangiare il tuo pancreas è una storia che indubbiamente parla d’amore, ma non racconta una storia d’amore. I due protagonisti imparano insieme a guardare la vita da punti di vista diversi: lei gode ogni momento preparandosi al congedo, lui impara ad abbracciare la vita che prima preferiva solo tra le pagine dei libri. La morte è sulle labbra di entrambi, ne parlano, e l’accettazione porta Sakura a scherzarci su, ma l’ignoto con le sue inquietudini c’è, e pian piano turba anche il ragazzo.
Nonostante i personaggi tendano a voler creare un clima spensierato, portando lo slice of life ad essere il genere predominante, tra chiacchiere apparentemente vuote e dinamiche esclusivamente adolescenziali, si apre una crepa di poesia. Quella poesia è un inno alla vita, all’amore per il quotidiano che tanto viene decantato da Sakura stessa e di cui ci rendiamo conto essere bellissimo quando il tempo sta per finire, quando un cuore chiuso si apre e inizia ad emozionarsi per le piccole cose e diventa facile sorridere solo perché si è vivi.
Entrambi i protagonisti si innamorano della vita e del tempo trascorso insieme, per cui nasce affetto ed ammirazione reciproca, per come affrontano il quotidiano, perché non sono come “tutti gli altri”, e da questo nasce un legame speciale e profondo, ma che non si può etichettare, non vogliono etichettare.
Un ottimo esordio
Shinichirō Ushijima aveva un ottimo soggetto in mano da trasporre, ma quando si hanno lavori complessi e profondi, non sempre il risultato è scontato. Il rischio di banalizzare l’opera era dietro l’angolo, ma non è stato affatto tradita l’anima del libro di Yoru Sumino.
Sceneggiatura solida con un’ottima regia costruiscono un discorso narrativo forte e di grande carica emotiva, senza mettere all’angolo la qualità delle animazioni (e soprattutto della bella CG), ad opera del giovane Studio VOLN (Ushio to Tora; Karakuri Circus). A dare forza agli aspetti emotivi è anche l’ottima colonna sonora di Hiroko Sebu, impreziosita dalle canzoni della band Sumika.
La Aniplex ha distribuito il film in Giappone dal primo di settembre del 2018, per poi partire subito per Melbourne e presenziare al Madman Anime Festival; da lì è arrivato in ottobre negli Stati Uniti al Animation Is Film Festival e nel Regno Unito al festival Scotland Loves Anime, dove ha vinto il Premio del Pubblico.
A differenza del live action nipponico del 2017, l’adattamento anime di Voglio mangiare il tuo pancreas ha entusiasmato la critica e sta viaggiando intorno al mondo emozionando le sale cinematografiche. Una vera fortuna che Dynit sia riuscita a portarlo nelle nostre sale, anche prima di Aniplex USA.