L’ultimo anno in cui non è uscito al cinema un film del Marvel Cinematic Universe ci si chiamava con l’iPhone 3GS e la Juventus doveva ancora vincere il primo scudetto dal ritorno in Serie A. Era il 2009 e nessuno era preparato all’Universo Cinematografico più redditizio della storia del Cinema, composto da ben 23 film divisi in tre fasi distinte, che ha raggiunto il proprio culmine con Avengers: Endgame, capace di superare al botteghino Avatar, uscito, coincidenza, proprio nel 2009. Nel 2020 doveva partire la Fase 4 del MCU, con l’addio al franchise di Scarlett Johansson, alias la Vedova Nera, nel film a lei dedicato. Ma a causa della pandemia, l’uscita di Black Widow e di tutte le altre pellicole della Fase 4, sono slittate al 2021. E così è spettato a WandaVision l’arduo compito di riportare l’entusiasmo ai fan orfani da oltre un anno del MCU.
Un compito non semplice, visto che i protagonisti non sono certo i personaggi più carismatici del gruppo di supereroi visti in azione in oltre dieci anni di serializzazione cinematografica. Ma a dispetto di ciò, l’approccio originale con cui la serie è arrivata sui nostri schermi, fuori dai canoni dei Marvel-movie a cui siamo abituati, ha sicuramente catturato l’attenzione di tutti. Kevin Feige ha colpito ancora una volta nel segno, grazie a un trailer folle ed alle prime due misteriose puntate in cui nessuno aveva ben chiaro dove la serie volesse andare a parare. E poi?
WandaVision: si apre la Fase 4
La storia si sviluppa tre settimane dopo gli eventi di Avengers: Endgame. Wanda (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany) vivono una vita idilliaca nella tranquilla cittadina di Westview, nel New Jersey, cercando di tenere nascosti i loro poteri. I due cercano di preservare la loro felicità e il loro amore, ma Visione si rende ben presto conto che quel che sta vivendo è un’illusione e che Wanda tiene sotto controllo l’intera cittadina. Nel frattempo, il capitano dello S.W.O.R.D. Monica Rambeau, l’agente dell’FBI Jimmy Woo e l’astrofisica Darcy Lewis indagano su un campo elettromagnetico che circonda Westview nel tentativo di salvare i cittadini bloccati al suo interno.
WandaVision raccorda la Fase 3, chiusa formalmente con Spider-Man: Far From Home ma spiritualmente con Avengers: Endgame, con la Fase 4, una fase che vedrà imporsi nuovi eroi protagonisti dopo la dipartita di Iron Man e il ritorno al passato di Cap. E due di essi, Monica Rambeau e Visione Bianco, vengono introdotti proprio da questa serie. La prima, interpretata da Teyonah Parris, è la figlia di Maria Rambeau (migliore amica di Carol Danvers alias Captain Marvel), ed è protagonista di una delle scene visivamente più impattanti dell’intera serie: il risveglio dopo il “Blip” che apre il quarto episodio. Dopo la prima scena dopo i titoli di coda dell’ultima puntata, scopriamo da una Skrull che un amico della madre di Monica vuole incontrarla. Se non è chiaro se si faccia riferimento a Nick Fury o a Captain Marvel una cosa è certa: Monica comparirà in Captain Marvel 2 che, casualmente, avrà la stessa sceneggiatrice di WandaVision, Megan McDonnell.
Su Visione Bianco si può dire tutto e il contrario di tutto visto che sono più le domande che le certezze che girano attorno a questo personaggio. Di certo c’è che il dialogo tra lui e la proiezione creata da Wanda all’interno della biblioteca a proposito del significato di identità discusso attraverso il paradosso della nave di Teseo, è uno dei momenti più interessanti dell’intera serie.
Le risposte alle domande che (non) volevamo vedere
Il finale della serie ha voluto rispondere a tanti interrogativi posti negli episodi precedenti senza lasciare troppe questioni in sospeso. Ma, come spesso accade, non sempre le risposte inaspettate che ci vengono date sono di nostro gradimento.
Alzi la mano chi, all’apparizione di Evan Peters nei panni di Quicksilver, non si è sparato il viaggio del Multiverso o dell’ingresso degli X-Men nel MCU. Se c’è un personaggio su cui la Marvel ha perso in maniera netta il confronto con una produzione rivale è proprio il fratello di Wanda, Peter Maximoff, che ha avuto un ruolo decisamente cool in ben tre film della saga degli X-Men targata 20th Century Fox. Ebbene, tutte le elucubrazioni mentali scatenate nei fan della serie sono andate letteralmente a farsi benedire quando abbiamo scoperto che Agatha aveva conferito i superpoteri di Pietro a tal Ralph Bohner, un residente di Westview sotto il controllo della strega. Uno scherzo di Kevin Feige, che ha giocato con la nostra sensibilità e che pertanto non abbiamo apprezzato.
Un’altra svolta narrativa poco riuscita è il colpo di scena relativo alla gentile, premurosa ed eclettica Agnes che, alla fine del settimo episodio infrange la quarta parete, si toglie la maschera e rivela la sua vera identità di strega. Il personaggio di Agatha Harkness si configura come deus ex machina atto a spiegare tutti (o quasi) gli interrogativi di WandaVision. Ma ce n’era davvero bisogno?
Ogni serie deve avere un villain?
Nel corso dell’ottava puntata, grazie ad un lungo viaggio nei ricordi di Wanda, riusciamo finalmente a capire gli eventi del presente e a comprendere meglio la situazione straniante che ci aveva accompagnato sin dalle prime due puntate. Scopriamo l’origine dei suoi poteri, il perché sia così legata alle sit-com, come ha affrontato le perdite dei genitori e del fratello, da dove e quando è nato l’immenso campo elettromagnetico che ha inglobato la cittadina di Westview e i suoi abitanti, come è stato “riportato in vita” Visione.
L’aspetto più interessante di tutto WandaVision è sicuramente l’approfondimento della protagonista, un personaggio molto più complesso di quanto potesse apparire, un eroe tutt’altro che senza macchia, che nel finale non esce tra gli applausi ma tra gli sguardi minacciosi e di disgusto delle persone che ha controllato per settimane. Ed Elizabeth Olsen è bravissima nell’incarnare al tempo stesso fragilità emotiva e forza interiore.
Nella seconda scena dopo i titoli di coda, troviamo Wanda Maximoff da sola, nel porticato di una casa isolata che si affaccia su un lago tra le montagne innevate. Ma un ultimo colpo di scena ci porta all’interno della casa, in cui lo spirito di Scarlet Witch è impegnato nello studio del Darkhold al fine di fare pratica con i nuovi poteri ed avere un controllo totale su di essi. Mentre la telecamera si avvicina al volto della protagonista, vediamo la sua attenzione catturata dalle voci in lontananza dei due figli Tommy e Billy che implorano il suo aiuto.
E se fosse proprio Wanda che, per riportare indietro i bambini e liberarli dalla dimensione in cui sono intrappolati, scatenerà il Multiverso della Pazzia menzionato nel titolo del sequel di Doctor Strange? Potrebbe addirittura diventare un personaggio negativo e configurarsi come villain degli Avengers? Il potere per fronteggiarli, ora, di certo non le manca.