Eccoci qui con la recensione di Watchmen – La serie, nove episodi prodotti da HBO e distribuiti in Italia da Sky Atlantic. Scritta da Damon Lindelof (Lost), Watchmen è il sequel diretto del graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons. Solo quest’ultimo però ha patrocinato la serie, dando la sua consulenza produttiva. Moore, al contrario, come con qualsiasi prodotto proveniente dalle sue opere a fumetti (e non), ha preferito defilarsi. Ora che si è conclusa, possiamo dire che le nostre paure, quelle di ogni fan alla notizia di una serie tv su Watchmen, sono infondate. Watchmen è una grande serie tv.
Di quale sequel parliamo?
Da qualche tempo, è pubblicata in Italia la miniserie cross-over a fumetti: Doomsday Clock, sequel ipotetico di Watchmen scritto da Geoff Johns e disegnato da Gary Frank. Ebbene, non è questo l’adattamento di cui stiamo parlando. La storia di Lindelof è originale e parte dal 2019. Anzi, a dire la verità si svolge su vari piani temporali coinvolgendo tutti i super-eroi che conoscevamo dal fumetto e i nuovi. La storia è ambientata a Tulsa in Oklahoma dove nel 1921 avvenne una guerra civile a sfondo razzista. Questa rappresaglia è un momento cardine che ha dato inizio non solo alla storia della serie tv ma anche all’intero mondo di Watchmen come lo conosciamo. Lindelof riesce a plasmare il mondo creato per il fumetto di Moore, con quello reale, cercando di non trascendere la mitologia dei personaggi. I super-eroi, nel 2019, sono ancora considerati fuorilegge e, i poliziotti di Tulsa, devono indossare a loro volta delle maschere per non mettere in pericolo le persone a loro care.
I nuovi super-eroi e i nuovi villain
Chi sono quindi questi nuovi vigilanti mascherati che proteggono Tulsa dall minacce e quali sono queste minacce? Abbiamo Sister Night (Regina King), Looking Glass (Tim Blake Nelson), Red Scare (Andrew Howard) e grandi ritorni come Ozymandisas interpretato dal Premio Oscar Jeremy Irons e Spettro di Seta (qui agente dell’FBI) che ha il volto di Jean Smart. Nonostante la trama si fonda bene col materiale di partenza e che passato, presente e futuro si mescolino proprio come accadeva nel fumetto, per alcune sotto-trame e intrighi, Watchmen non brilla di lucidità e sebbene gli amanti del fumetto apprezzeranno personaggi carismatici come Ozymandias o Giustizia Mascherata molti punti rimarranno in sospeso. Il miglior elogio alla scrittura va per il personaggio del Dottor Manhattan, decisamente il meglio reso, quasi uscito dalla penna di Moore stesso. La minaccia invece viene rappresentata, in maniera frettolosa, alla fine della serie, da Lady Trieu (Hong Chau) decisamente una copia di quello che era Ozymandias nel fumetto, con un’ambizione abbastanza criptica e ancora non del tutto giustificata per lo spettatore.
La resa grafica e qualche difetto
La regia di Watchmen è dinamica e ben studiata. Le scene d’azione sono articolate in maniera ottima e orchestrate con coreagrafie rilevanti. Peccato per gli effetti visivi che non sono riusciti a stare all’altezza degli altri reparti. La resa grafica di Dott. Manhattan è a dir poco imbarazzante. Molto buona la fotografia invece, soprattutto nei primi piani degli interrogatori di Looking Glass. Inoltre, benchè si affrontino temi importanti come razzismo, storia, armi e ovviamente, amore, non ci risultano chiari alcuni passaggi e diverse responsabilità che Lindelof ha deciso di accollarsi. Per esempio, perché Rorschach è preso come simbolo da una setta di razzisti centeraria? Perché Dreinberg (Gufo Notturno II) è solo accennato nel finale? Dov’è? Perché Angela (Sister Night) per riprendersi da Nostalgia era collegata ad un elefante? Diciamo anche che diversi personaggi sono ricalcati su quelli del fumetto. Sister Night è una sorta di Gufo Notturno, Lady Trieu è Ozymandias, Looking Glass è praticamente Rorschach (distaccato, cinico e addirittura, come lui, mangia i fagioli con la maschera sollevata sulla bocca!). Red Scare è il tipo impulsivo e furioso come era il Comico.
Insomma, Watchmen riesce a sorprendere con dei personaggi e degli intrecci ben costruiti. Non riesce a stare al passo con alcuni elementi messi in scena, tuttavia la convinzione dei personaggi è il collante necessario che spinge a seguire la trama e tirarne le fila per nove puntate, nonostante alcune parti non siano del tutto chiare. Va vista? Sì, assolutamente, se si conosce il fumetto.
E se non si conosce il fumetto? Leggete il fumetto!
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