Si sono finalmente aperte per noi le porte di Shogun World: il parco ad ambientazione Edo giapponese per i veri appassionati di massacri, al cui confronto Westworld risulta persino noioso, si mostra in tutta la sua spettacolare brutalità in Akane No Mai, traducibile come La Danza di Akane o La Danza Rossa.
Se non volete rovinarvi la visita vi invitiamo a rimandare la lettura.
Mentre Bernard deve dare spiegazioni circa l’eccidio dei residenti rinvenuti nell’oceano tra cui, ormai è certo, c’è anche Teddy, e soprattutto della misteriosa sparizione di un terzo della proprietà intellettuale della Delos, si scopre che Maeve non ha tutto sotto controllo e che i suoi comandi, a meno di non essere pronunciati in giapponese, non hanno alcun effetto sui temibili abitatori di Shogun World, contagiati dalla stessa anomalia degli omologhi delle praterie.
Un riuscitissimo arrangiamento sinfonico di Paint it Black dei Rolling Stones accompagna lo spettatore nella ricostruzione della raffinata bellezza di un villaggio nipponico, in cui la dolcezza dei fiori di ciliegio e la pace di un giardino zen convivono con le sommarie esecuzioni a colpi di lance chiodate e sbudellamenti. Le analogie con il West si rincorrono con poesia dalla Mariposa al Dragone ma Simon, ormai titolare della timida linea comica di questa stagione, chiarisce che le somiglianze derivano dal suo non infinito bagaglio creativo. Grazie a questo espediente assistiamo alla ripetizione pedissequa della dinamica che ben conosciamo, (sparatorie per la città, l’assalto dei banditi al bordello in cui si ripete persino la caduta di un comodino dalle scale e la storia tra Maeve e Hector), in salsa Wasabi. Lo scontro tra “doppel-bot”, culture, tra Filone e libera scelta, complicato dal senso dell’onore e soprattutto dalla suscettibilità dei giapponesi intriga e diverte, creando distensione nel clima teso e irrespirabile dello show.
Ma Akane No Mai non ci porta solo alla scoperta di posti nuovi: Dolores fa ritorno a Sweetwater, dove intende preparare il treno per raggiungere le squadre di recupero e salvare suo padre. È nelle stanze del vecchio saloon che assistiamo a un ulteriore passo dei droidi nella loro nuova condizione umana. L’incontro amoroso tra Dolores e Teddy è qualcosa del tutto diverso da quello che finora si è visto nella serie, se si esclude forse quello tra la stessa Dolores e il giovane William. Tutto accade in maniera spontanea, tra residenti, senza l’intento di seguire Filoni per intrattenere gli ospiti, senza la mano di Ford a fermare il tempo davanti a un pubblico come sulla spiaggia. I protagonisti sono per la prima volta del tutto presenti a se stessi. Il finale dell’episodio però lascia il posto a un’amara sorpresa e nonostante le premesse romantiche in Dolores affiora la ferocia quando decide di disattivare Teddy perché non pronto a realizzare la sua visione di libertà.
Tuttavia la vera azione si consuma nella quest imprevista del gruppo di Maeve, grazie alla quale l’ex maitresse scopre in sé un nuovo misterioso potere telepatico. Tutta la narrazione si muove al confine tra grazia e morte, un meraviglioso quadro che regala momenti di grande fascino tra i quali la danza della geisha è sicuramente il più suggestivo, compreso il macabro finale. L’incanto della messa in quadro è indiscutibile, ma la vera domanda è quanto è grande il potere di Maeve? E che risvolto avrà questa crescita esponenziale sulle sorti del Parco? Lo scontro con William o con Dolores avrà luogo?
Nel complesso Akane No Mai sembra prendersi tempo e sospendere la trama dopo il ritmo serrato e il gran numero di rivelazioni dello scorso episodio. Gli eventi di Shogun World per ora appaiono solo marginalmente funzionali al procedimento della narrazione, anche se molti aspetti riguardo la natura dei droidi vengono approfonditi. Ma, pretestuosa o no, l’avventura nella terra del Sol Levante è bellissima da guardare e questo basta.