La nuova puntata di Westworld – Dove tutto è concesso, Trace Decay, indaga da vicino i meccanismi della memoria, dell’oblio e del dolore come strumento per ricordare. Anche nei robot, a quanto pare, il dolore di un’esperienza vissuta riaccende il ricordo caduto nell’oblio, un oblio provocato dal volere umano ovviamente. Il decadimento del ricordo quindi non sussiste, anche se questo è avvenuto in un tempo lontano può sempre riaffiorare quando ci si trova in una situazione simile.
Questo accade con Maeve (Thandie Newton) che riesce a ricordare la sua vecchia storyline, nella quale ha vissuto un trauma così forte da renderla quasi “viva”, il dolore è stato una miccia che ha innescato in lei una serie di gesti e situazioni riprese dal passato. La matrona del bordello continua così la sua avanzata verso il pieno controllo di se stessa, un controllo che raggiunge in maniera fin troppo facile oserei dire, ma forse Westworld, anche in questo caso, ha qualcosa in serbo per noi. Ora l’androide vuole giocare secondo le sue regole e siamo in attesa di scoprire dove porterà questa sua nuova “storia”.
La puntata va avanti tra l’alternarsi di flashback e presente, svelando tutte le storie passate dei nostri protagonisti e anche se in questo episodio Maeve fa da padrona, la rivelazione più interessante arriva dal versante Uomo in Nero. Finalmente dopo otto puntate il personaggio di Ed Harris si svela e ci racconta la sua misteriosa storia. Il parco serve a rivelare la vera natura di ogni uomo ed è proprio questo che lo ha spinto ad intraprendere questo viaggio, capire chi è veramente. Insieme a Teddy si spinge ai confini del parco per trovare il labirinto nascosto e ad accedere ad una fase del gioco molto più intensa, la comparsa di una specie di Minotauro ci fa pensare che finalmente siano arrivati a destinazione.
Teddy (James Marsden), che prima ci sembrava uno degli host più innocui programmato per morire il più delle volte, inizia a ricordare e la cosa più compassionevole è l’amore che prova ancora per Dolores (Evan Rachel Wood) mentre lei è tra le braccia di William (Jimmi Simpson). La ragazza non ha ancora capito quel è la sua destinazione ma è spinta dalla voce di Arnold verso luoghi che le riportano alla mente ricordi passati, facendola cadere in uno stato confusionale che la disorienta. Dall’altra parte William cerca di farla riavvicinare a Sweetwater per precauzione, ma sulla via del ritorno dovrà fare i conti con il suo “caro” amico Logan (Ben Barnes).
Il capovolgimento dei ruoli è uno dei perni centrali della serie, i buoni questa volta sono i robot e il ruolo dei cattivi spetta agli uomini che sembrano aver trasposto la loro umanità negli androidi rimanendone privi e immersi in una realtà desolante e terrificante. Bernard più di qualunque altro host ci ha aperto gli occhi sulla ormai impercettibile distinzione tra androidi e umani, la bramosia umana ha superato il limite tra ciò che è reale e ciò che non lo è, ma ci pone anche un altro quesito: questa distinzione esiste davvero?
Westworld ci piace, ci intriga e ci affascina ma a due puntate dal finale continua ad essere molto criptica, tranne che per piccole rivelazioni dovute. I fan non possono far altro che spremersi le meningi e ipotizzare cosa c’è dietro tutto questo, dando libero sfogo alla fantasia e alla vena complottista. Per il resto continuiamo con il nostro tacito assenso mentre vaghiamo nel buio, ma sicuramente ancora per poco.