Il trompe l’oeil è un genere pittorico che letteralmente si traduce con “inganna l’occhio” e mai parole furono più adatte per il titolo della settima puntata di Westworld – Dove tutto è concesso. Come se fosse un dipinto bidimensionale che, attraverso degli espedienti, dà l’impressione di essere tridimensionale, la serie targata HBO gioca sulle illusioni ottiche e non solo.
La nuova puntata prosegue con il ritmo incalzante che la connota, soprattutto dopo la svolta della puntata precedente. Dolores (Evan Rachel Wood) e William (Jimmi Simpson) proseguono il loro viaggio insieme al bandito El Lazo su un treno diretto verso l’ignoto. Si stanno spingendo verso i confini di Westworld, ma non si parla di confini territoriali bensì quelli della ricerca che li porterà a conoscere loro stessi. Uno step oltre la comfort zone del gioco ormai troppo insignificante rispetto a quello che li aspetta. William ha capito che la sua vita fuori da Westworld è più finta di quella del parco a tema, fino a questo momento non ha mai vissuto veramente e in particolare la dolce Dolores ha fatto scattare qualcosa in lui, risvegliandolo dall’assuefazione al mondo privo di anima che si è lasciato dietro. Il gioco sta facendo effetto su di lui e lo sta liberando. Dopo l’agguato dei sudisti al loro treno e la fuga dagli indiani cacciatori di scalpi della Nazione Fantasma, William decide di seguire Dolores ed aiutarla a raggiungere la sua nuova vita.
I pezzi sulla scacchiera sono stati posizionati e ora i protagonisti, umani e non, iniziano a fare le loro mosse. Maeve, ormai a conoscenza della sua vera natura, vuole scappare e per farlo si serve dei due impiegati della manutenzione Felix e Sylvester. Sotto ricatto i due sembrano non poter reagire alle pretese dell’host, la paura di essere licenziati se si venisse a sapere quanto in là si sono spinti con Maeve o di essere uccisi da Maeve stessa, li stringe in una morsa senza via di uscita.
Le svolte più interessanti però riguardano i piani alti della gestione del parco. Charlotte Hale (Tessa Thompson) è la new entry inviata nell’azienda dai direttori esecutivi del Consiglio per tenere sotto controllo la situazione ed evitare che il Dr. Ford cancelli tutte le informazioni su Westworld una volta fatto fuori dalla gestione. Con una messinscena riesce a licenziare Bernard, grazie anche alla complicità di Theresa che ormai esce allo scoperto come doppiogiochista.
Ford e Arnold hanno costruito Westworld con le loro mani pezzo per pezzo, solo loro possono decidere del suo destino. Su questo Ford non transige e Theresa ne deve prendere atto quando viene a conoscenza, tramite Bernard, di un laboratorio segreto fuori dal controllo della corporazione. Ford sembra essere l’unico detentore dei fili del gioco, un burattinaio che muove le marionette a suo piacimento. La linea che separa la realtà dalla finzione si fa sempre più sottile anzi, arrivati a questo punto, si può dire che sia scomparsa del tutto. La tensione tocca il suo punto più alto nella scena finale dove il colpo di scena, che ci aspettavamo senza troppo mistero, arriva nelle sembianze di Bernard, è lui l’androide infiltrato tra gli umani al servizio del dottore. Come gli altri robot, è stato programmato con una storyline alle spalle ben studiata e alla luce di questi fatti la scena iniziale del sogno di Bernard su suo figlio, acquista tutto un altro significato. La serie sa dipingere così bene la finzione da farla sembrare vera sia agli occhi dello spettatore fuori dallo schermo sia dei protagonisti della serie. Quando il suo creatore gli ordina di sbarazzarsi di Theresa, che ora si ritrova sola nella tana del lupo, non viene meno al suo compito, cancellando in una frazione di secondo quei sentimenti che il robot credeva di aver provato per lei.
Le scene più spettacolari le abbiamo nel deserto con Dolores e William, tra sparatorie, inseguimenti e scenari mozzafiato; mentre nelle sequenze riservate a Maeve, seppur interessanti, sembra di essere caduti in un deja vu. Un altro dei tanti fiori all’occhiello della serie sono i dialoghi: acuti, intelligenti, riflessivi e per la maggior parte metaforici, soprattutto quelli del Dr. Ford che si esprime spesso attraverso aneddoti ma sempre chiaro nelle sue intenzioni.
Westworld continua ad appassionarci, a poche puntate dalla fine ormai ci aspettiamo colpi di scena uno dopo l’altro, ma la notizia del rinnovo della serie per una seconda stagione ci fa pensare che nel finale della prima non tutto verrà svelato e rimarremo con l’amaro in bocca per un bel po’ di tempo. Infatti il presidente della programmazione HBO, Casey Bloys, ha dichiarato che i nuovi 10 episodi saranno pronti non prima del 2018, vista la vastità e la complessità del prodotto che vogliono offrire. La notizia del rinnovo è stata diffusa via Twitter dall’account ufficiale di Westworld attraverso un enigmatico teaser in cui si sente la voce del nostro controverso Dottor Ford, o meglio quella di Anthony Hopkins. Sarebbe stata una pazzia non rinnovarla visto il successo riscontrato e le critiche positive, possiamo solo sperare che la nuova stagione sia all’altezza della prima.
Ma ora concentriamoci su queste ultime puntate per le quali le aspettative sono molto alte e inganniamo l’attesa con il video promo dell’ottavo episodio.