Come tutti gli episodi più interessanti di questa discutibile stagione di Westworld, in Vanishing Point si torna a parlare molto del passato del parco e dei retroscena su eventi che hanno plasmato negli anni i personaggi che vediamo su schermo ora a spararsi all’interno del parco a tema Far West ormai tanto conosciuto e amato. Con questo Vanishing Point non è del tutto promosso in ogni caso, mancando dell’azione e degli avvenimenti sconvolgenti che ci potremmo aspettare da un nono episodio di una serie HBO (Game of Thrones, ci hai veramente abituato troppo bene…).
La costruzione della puntata è davvero anti-climatica più che noiosa o mal realizzata, un leit motif di questa stagione, che ci sta presentando buoni spunti alternati a puntate decisamente inutili – sebbene ben realizzate – come episodio 5 presso Shogun World e la digressione su Akecheta in episodio 8. Ma siamo qui per ricapitolare con voi cos’è successo nella puntata numero 9: sarà compito nostro settimana prossima, dopo l’ultimo episodio, di tirare le fila di questa intera stagione.
Una macchia che non va via. Hai mica provato il Viava’?
La spina dorsale di Vanishing Point è la storia di William e del rapporto con sua moglie e la figlia e la sua discesa come persona negli inferi di Westworld. La “rivelazione” (se così vogliamo chiamarla) dell’episodio è la conferma della doppia natura dell’uomo in nero: un padre e uomo d’affari brillante, amato e rispettato nella vita reale e un maniaco omicida all’interno del parco. Un’oscurità che solo la moglie Juliet intuisce dietro la sua facciata e che la spinge a suicidarsi dopo aver avuto la conferma dei riprovevoli atti del marito a Westworld, gettando finalmente luce su quella scena della vasca da bagno già mostrata più volte durante la stagione.
La spirale distruttiva di William raggiunge un nuovo culmine nel parco, quando, completamente accecato dalla sua rivalità con Ford e dalle sue manie di persecuzione, uccide prima le guardie venute ad aiutarlo e subito dopo la sua amata figlia, convinto che si tratti di un androide controllato dal deus ex machina interpretato da Anthony Hopkins e lasciato per lui nel parco per distrarlo dalla sua missione. La realizzazione dell’atrocità commessa distrugge l’apparentemente indistruttibile cavaliere che, dopo aver contemplato il suicidio, si aggrappa all’ultima speranza, quella di controllare se per caso anche lui sia un automa del parco, aprendosi il braccio con un coltello. La risposta nel prossimo episodio a quella che è una delle teorie più in voga su internet.
Vanishing Point: il viaggio verso la Valley Beyond
Similmente a quanto succede a William, anche Dolores è consumata dalla sua sete di sangue e megalomania all’interno del parco, trasformandosi puntata dopo puntata sempre più in un vero e proprio villain. Ne è passato di tempo da quando disincantata si lasciava raccogliere barattoli dal cavaliere di turno, vero? Questa volta a farne le spese sono gli indiani della tribù di Akecheta, sterminati senza pietà da un androide che, partito con le migliori intenzioni, sta andando a rassomigliare sempre di più le persone che aveva tanto condannato. E questa pare l’ultima goccia anche per Teddy – già reticente in passato a rispettare i terribili ordini della sua amata – il cui suicidio inatteso siamo curiosi di vedere che ripercussioni avrà sulla bionda cavallerizza nel finale di stagione.
Se Atene piange, Sparta non sta ride…
Chi soffre a sua volta, incatenata su un letto di un laboratorio è Maeve, studiata dai pochi umani rimasti a Westworld e torturata. Se da una parte il suo destino sembra segnato, con addirittura i suoi poteri di controllo remoto dei Residenti replicati con successo dalla Delos, è l’incontro con Bernard e un messaggio lasciato da Ford, dove le rivela di essere sempre stata la sua creazione preferita, a darle nuova speranza e, apparentemente, nuove forze per fuggire.
E infine troviamo proprio Bernard, intento da settimane a vagabondare per il parco senza soluzione di continuità, tormentato dalla presenza di Ford nella testa fino al punto di scoppiare. Quando si rende conto di poter essere un pericolo per Elsie, l’occhialuto personaggio chiave dell’intera stagione decide di recarsi da solo, dopo aver rigettato il programma del suo creatore, verso la Valley Beyond. Questo fantomatico luogo è una delle più grandi delusioni della stagione, nonostante tecnicamente non lo abbiamo ancora visitato. La sua natura infatti poteva essere, in tradizione Lost o anche della stesso Westworld, qualcosa da teorizzare o per sconvolgerci, invece tutti noi abbiamo capito da un pezzo di come si tratti di una riserva di tutte le informazioni, anzi, le vere e proprie coscienze degli ospiti del parco, apparentemente collezionate tramite i cappelli dei visitatori. A pensarci bene però non tutti portano un cappello in Westworld, quindi prendiamo con le pinze questa possibile rivelazione contenuta in Vanishing Point.
Sarà l’episodio 10 a mostrarci finalmente questo luogo dove tutti stanno convergendo da settimane (ricorda un po’ la peregrinazione verso Terminus della quarta stagione di The Walking Dead) e speriamo che possa ancora sorprenderci e regalare un po’ di pathos a uno show che ha perso gran parte della sua vena misteriosa e intrigante della prima stagione.