Avete presente il film Proposta indecente del 1993 di Andrian Lyne con Robert Redford, Demi Moore e Woody Harrelson? Un milione di dollari in cambio di una notte con un’attraente donna, in questo caso Demi Moore, era quanto veniva offerto dal miliardario Robert Redford alla giovane coppia innamorata che voleva realizzare un sogno ma che non disponeva dei mezzi per farlo. Ecco, basterà capovolgere il punto di vista in quello femminile e avrete (parte) della trama di What/If, la nuova serie di Netflix che ha come protagonista, e come specchio per le allodole, Renée Zellweger.
Una proposta indecente
La serie ci presenta due giovani sposini, Liza (Jane Levy) e Sean (Blake Jenner) fedeli e leali, ma con difficoltà economiche. Qui arriva la potente e misteriosa benefattrice Anne Montgomery (Renée Zellweger), a capo di un enorme impero, che si dichiara interessata a finanziare la start up di Liza e agevolare la sua ascesa al successo in cambio di una notte con suo marito. Dietro a questa richiesta in realtà si nasconde un piano molto più grande e intricato che coinvolgerà il passato di tutte le pedine in gioco.
Da qui la domanda: cosa saresti disposto a fare per ottenere ciò che più desideri al mondo? Del resto ognuno è padrone del proprio destino, basta solo avere il coraggio di fare una scelta. Questo interrogativo morale non si pone solo per il dilemma di Liza e Sean, ma anche per altre storie parallele che si sviluppano all’unisono senza un reale collegamento con la trama principale. Segreti inconfessabili, tradimenti, storie passate che ritornano a galla, delitti irrisolti, vendetta e rimorsi fanno di What/If una fiction colorata da note thriller.
Su frasi come “La fiducia è la cosa più pericolosa che puoi regalare” e “A un certo punto il passato viene a chiederti il conto”, si scrive una sceneggiatura molto “leggera”, con personaggi stereotipati, rivolta ad un target che è solito guardare sceneggiati televisivi pomeridiani. Del resto Netflix si propone come un grande bacino dove tutto è bene accetto e dove tutti possono appagare i propri gusti, dai film alle serie. What/If infatti deve essere contestualizzata e “scusata” per i suoi errori solo se si prende in considerazione il target di riferimento (anche se usare nella colonna sonora l’inconfondibile sigla di Vikings non è stata una buona mossa).
Inoltre il fatto che le varie storie non siano collegate tra loro, se non per i rapporti familiari o di amicizia che legano i protagonisti, rende What/If il risultato di un incorporamento di più serie in una. C’è da dire però che tutti i personaggi hanno il giusto spazio per raccontarsi e per farsi conoscere nonostante le dieci puntate di una serie decisamente affollata di trame.
“Uomini in fondo, donne alla ribalta“
La versione 2.0 di Proposta indecente creata e prodotta da Mike Kelley, dà le chiavi del potere direttamente in mano alle donne. Sono loro che tirano i fili della trama, sono loro che governano il famelico mondo degli affari, forti, intraprendenti, ambiziose, decise e a volte spietate, mentre gli uomini si accontentano di fargli da spalla, da mariti o tirapiedi. I personaggi femminili tutti diversificati ma anche ben stereotipati, si trovano in continuazione faccia a faccia con scelte difficili, a fare i conti con le conseguenze delle proprie decisioni, e a dover sempre trovare un modo per riemergere. I riflettori sono puntati particolarmente su due figure: la potente donna d’affari, senza cuore e crudele Anne; e la dolce ma ambiziosa Liza, che mira al successo giusto e meritato. Il mutare degli eventi renderà le due donne più simili di quanto pensassero, dimostrando la caducità delle proprie certezze.
A fronte di tutto ciò una domanda che sorge spontanea è: perché Renée Zellweger, che ha sicuramente avuto momenti cinematografici migliori, ha deciso di fare il suo ingresso nel prolifico mondo delle serie tv con What/If? Possiamo rispondere per soldi oppure una semplice scelta sbagliata. Fatto sta che l’attrice e chi di dovere hanno saputo vendere molto bene il prodotto, hanno saputo creare curiosità e l’aspettativa di qualcosa di più “impegnato”, ma arrivati alla prima puntata tutto il bel castello è crollato. Purtroppo Renée Zellweger non ha saputo dare tono alla serie perché fondamentalmente anche la sua interpretazione è stata deludente, fatta di smorfie da gatta morta, occhietti minacciosi e niente più.
What/If si lascia guardare solo per la curiosità nel sapere come va a finire la storia, anche se più si va avanti più diminuisce, fino ad arrivare a poche puntate dalla fine e trovarsi a dire: “a questo punto la finisco, manca poco”.