Probabilmente al titolo Yu-Gi-Oh!, molti assoceranno la voce di Giorgio Vanni, draghi bianchi, maghi oscuri, faraoni e sfide entusiasmanti a colpi di carte che quattordici anni fa caratterizzarono primi pomeriggi mediasettiani, tenendo compagnia a un’importante fetta di pubblico, giovanissimo e non. Repliche su repliche hanno reso longeva la presenza televisiva di questo anime, ammaliatore di diverse generazioni, che spingeva ad uscir di casa per comprare le carte ispirate al gioco e utilizzarle in scontri/incontri, facendo la fortuna della Konami che può vantarsi di essere la produttrice del Trading Card Game dai maggiori incassi, entrando nel Guinness dei primati.
Ancora oggi giovanissimi e ultra-trentenni si sfidano in via amatoriale e in tornei ufficiali nel gioco che richiede grandi capacità strategiche; nuovi deck vengono pubblicati e continuano ad andare in onda nuove serie animate, ma il cuore di questo numerosissimo fandom intergenerazionale è inevitabilmente volto a quella serie animata che raccontava le avventure del Re dei Giochi Yugi Mutō.
Nexo Digital e Dynit fanno un prezioso regalo a quelle migliaia di fans che ancora una volta desiderano vedere Yugi e il suo storico rivale Seto Kaiba in nuovi duelli: Yu-Gi-Oh! The Dark Side of Dimensions è un film che va a contestualizzarsi alla fine della prima serie animata a noi conosciuta e che sarà possibile vedere nelle nostre sale il 10, 11 e 12 di Marzo, dove – per le sale che aderiranno all’iniziativa – ci sarà una carta speciale in omaggio per ogni spettatore.
Le avventure di Yugi nascono dalla mente dell’autore Kazuki Takahashi nel 1996 e sono raccolte in 38 volumi (editi in Italia da Planet Manga) che nel 1998 hanno ispirato la Toei Animation a produrre un anime dove il gioco Duel Monsters (nel manga Magic & Wizard) è un elemento del tutto marginale. La storia di un adolescente solo che tramite il gioco cerca di superare l’introversione e trovare degli amici, si trasforma nel 2000 in una serie animata che punta i riflettori su Duel Monster e ne fa una serie di 224 episodi prodotta dallo studio Gallop e da NAS (Nihon Ad Systems): Yu-Gi-Oh! – Duel Monster, che noi conosciamo semplicemente col nome di Yu- Gi-Oh!, da non confondere con l’omonimo anime del 1998, del tutto inedito in Italia. Questo avvenne soprattutto grazie alla Konami che vide il potenziale rivoluzionario di Magic & Wizard nel mondo del Trading Card Game, una sensazione che ha fruttato miliardi di yen grazie alla distribuzione in oltre 40 Paesi, tra cui l’Italia, dove il gioco arrivò prima della serie animata, spianandole il campo. La motivazione che giustifica il ritardo della trasmissione è probabilmente imputabile al fatto che Mediaset acquistò la serie dagli Stati Uniti, con sostanziali differenze rispetto alla serie originale, questo perché l’anime era pensato per un target adolescenziale/maturo, capace di non scandalizzarsi per un survival game (in quanto non è mai esistito un Regno delle Ombre, chi perdeva semplicemente moriva) ed aspetti sanguinari e macabri legati al Duel Monsters e al passato di esso, che era un modo per prendere decisioni politiche, etiche e militari con l’evocazione di mostri. Tra i passaggi più crudi (e censurati) abbiamo per esempio il retroscena legato agli abitanti di Kul Elna che non sono mai stati posseduti da spiriti maligni: quelle 99 persone furono vittime di un sacrificio umano, gettati in un calderone di oro bollente, riversato poi negli stampi che avrebbero formato gli Oggetti del Millennio e motivarono la vendetta di Bakura, testimone sopravvissuto a quell’orrore.
4Kids Entertainment maneggiò quel materiale sia con una profonda censura e riscrittura dei dialoghi, con interventi anche invasivi che ne modificarono aspetti grafici, trasformando la storia e le caratterizzazioni dei personaggi. Purtroppo il fanbase italiano è stato nutrito della versione restaurata americana, solo un numero ridotto di fans si è spinto a conoscere la versione originale e così Yu-Gi-Oh! The Dark Side of Dimensions arriva nei nostri cinema attraverso gli States, ma fortunatamente il prodotto originale è stato poco limato e per questo non rovina minimamente la sua natura. Di positivo c’è che l’acquisto è stato fatto da Dynit, la quale potrebbe aver pensato a una futura diffusione in BD/DVD se le proiezioni avranno successo ai botteghini, quindi il supporto per Home Video potrebbe avere l’opzione in lingua giapponese sottotitolata che mostrerà il film da un’altra prospettiva, liberato da censure.
Yu-Gi-Oh! The Dark side of Dimensions nasce come progetto per festeggiare l’anniversario dei 20 anni del franchise, ed è stato introdotto in Giappone da un prequel di due capitoli (inedito nel nostro Paese) intitolato Trascend Game, ad opera di Kazuki Takahashi, ambientato sei mesi prima degli eventi del film.
La lettura del prequel è del tutto ininfluente alla comprensione dello stesso, ma essendo stato pubblicato il 18 aprile 2016, a pochi giorni dalla prima giapponese (il 23 Aprile 2016), si è rivelata una buona trovata pubblicitaria che ha fatto pregustare la visione del film, fornendo molti elementi intriganti tra la premessa di un nuovo Duel Desk, il sogno-ossessione di Seto Kaiba della possibilità di rincontrare il faraone e nuovi personaggi con cui confrontarsi e scontrarsi. Seto è il protagonista assoluto del prequel, non a caso, poiché il suo ruolo all’interno del film gli è riservato un importante minutaggio (superiore in linea a quello di Yugi), tanto da poterlo considerare il vero protagonista di The Dark side of Dimensions.
Come premesso nelle righe introduttive il film va a collocarsi dopo gli eventi della serie animata, Yugi e i suoi amici sono all’ultimo anno di scuola superiore, manca poco al diploma e quasi tutti hanno già preso delle decisioni in merito ai percorsi che vorranno intraprendere, in particolare Tea Gardner/Anzu Mazaki (l’interesse romantico di Yugi dall’alba della serie) determinata a partire a studiare all’estero per diventare una ballerina professionista. Anche Yugi ha qualche idea per il suo futuro una volta diplomato, oltre a prendere la gestione del negozio di suo nonno il nostro modesto eroe sogna di creare un suo gioco. Seto Kaiba parallelamente sta cercando un modo per combattere ancora contro il faraone Atem e sconfiggerlo, sogno che sembra a portata di mano grazie al ritrovamento del Puzzle del Millennio nella piramide del faraone e grazie a nuove modalità di gioco che si combinano al nuovo Duel Desk.
La promozione sul mercato del Duel Desk e un nuovo torneo sono presto annunciati proprio nella speranza di ridestare lo spirito di Atem, piuttosto che per inaugurare un nuovo futuro per la Kaiba Corporation.
Sogni, progetti, ambizioni e i nuovi entusiasmi dei personaggi contagiano da subito lo spettatore, ma sono minacciati da un nuovo personaggio, Diva, in cerca di vendetta, la cui storia si intreccia con quella di Ryo Bakura, ormai integrato nella classe di Yugi e nel suo gruppo di amici.
Diva, sotto l’identità di Aigami, arriva dall’Egitto e si inserisce nella classe di Yugi come uno studente che da sempre ne ha fatto parte, grazie al Cubo Quantico (Quantum Cube), un oggetto mistico – che nella versione americana diventa l’ottavo Oggetto del Millennio – in grado di trasferire e trasportare le persone in varie dimensioni reali, presenti, passate o fittizie. Un’altra abilità del Cubo Quantico è quella di disintegrare i nemici o trasferirli in dimensioni finalizzate all’autodistruzione e così alla morte di costoro, un’abilità che Diva usa contro i prepotenti, come dei bulli che lo prendono di mira, ma è pronto ad usare il Cubo Quantico contro tutti gli altri esseri umani perché non è solo alla ricerca di vendetta, il suo desiderio è di creare una dimensione utopica dove possano regnare la pace e l’armonia, priva quindi di presenze malvagie o violente.
Diva se all’apparenza sembra un elemento esterno di interferenza con la storia, si integra molto bene nello sviluppo di essa e – in qualche modo – proprio la sua presenza rende possibile gli sviluppi importanti che porteranno ad avere una nuova visione del mondo di Yu-Gi-Oh!, non solo inerente a Duel Monster.
La credibilità di Diva è data dal coinvolgimento nel soggetto proprio di Kazuki Takahashi, che non rende la nuova avventura un banale spin-off, ma un vero e proprio seguito sviluppato alla storia canonica in modo naturale. Tutte quelle potenzialità che non si erano immaginate anni fa, hanno modo di svilupparsi conservando lo spirito dell’opera e tenendo il passo con il mondo contemporaneo, le nuove tecnologie, i nuovi caratteri dell’animazione e le necessità dell’attuale entertainment. Importante è il ruolo giocato da Satoshi Kuwabara che non solo è parte del gruppo di sceneggiatori (insieme al maestro Takahashi e Masahiro Hikokubo, coinvolto nei progetti animati del franchise dal 1998), ma anche regista del film, una scelta intelligente e vincente considerando che Kuwabara è stato il regista di Yu-Gi-Oh! Zexal e del suo sequel (serie che ha preceduto Yu-Gi-Oh! Arc-V e Yu-Gi-Oh! VRAINS in onda questa primavera sulle reti nipponiche), quindi molto più vicino alla sensibilità di un fanbase cresciuto quanto di uno nuovo. Nello staff tecnico troviamo diversi nomi d’eccellenza, su tutti Takahiro Kagami (Blood-C: The Last Dark; Death Note; One Piece: Film Z; Penguindrum) character designer e capo dell’animazione, il quale ha vitalizzato e fatto la differenza nel compartimento visuale del film, rispettando i disegni originali del maestro Takahashi, ma rendendo il tratto più morbido per migliorare la qualità dell’animazione che raggiunge vette di eccellenza. E parlando di eccellenze, una menzione – importante e dovuta – va fatta alle animazioni 3D (a cura della Lucky Pictures) che sono una vera gioia per gli occhi e che fanno parte di quell’animazione 3D sana, capace di legarsi ed integrarsi bene con l’animazione 2D.
I ritorni di serie a cui si è legati dall’infanzia o in periodi particolari della propria vita, fanno paura, e in un mercato che offre sempre in quantità maggiore sequel, reboot e spin-off legati a titoli che hanno fatto storia, c’è la tendenza a produrre dei flop che lasciano grandi delusioni. I motivi sono individuabili in diversi fattori, tra cui l’assenza dei creatori originali che porta spesso a maneggiare personaggi e storie secondo una propria visione e a creare una discrepanza con il canone importante.
Yu-Gi-Oh! The Dark Side of Dimensions non segue un percorso deludente, anzi sorprende perché è un titolo di elevata qualità, se non sentivamo la necessità di un sequel, dopo la visione del film c’è da chiedersi perché questa conclusione non sia arrivata prima. Se da una parte ha degli elementi prevedibili, dall’altra ci sono passaggi narrativi chiave piacevolmente inaspettati, per non parlare dei duelli che rimangono protagonisti, ancora più coinvolgenti e belli da vedere nella loro evoluzione, con la presenza di nuove carte, una condizione di duello più realistica e tecniche raffinate, in grado di far sorprendere ancora.
Yugi si riconferma l’eroe, la parte morale che ha saputo riscattarsi grazie agli insegnamenti di Atem e che ora non ha bisogno di Atem, nonostante ne abbia nostalgia. Molto più complicata la situazione di Seto vive nell’ossessione di un nuovo incontro, noncurante della sua stessa vita pur di riuscire a condizionare il ritorno del faraone, figura che vive nell’ambiguità di una assenza-presenza.
Il ruolo degli altri personaggi invece è profondamente ridimensionato, compreso quello di Joey Wheeler/Katsuya Jōnouchi che pur essendo presente e trovandosi coinvolto nell’oscuro piano di Diva, non rientra in un ruolo di protagonista attivo e non lo vedremo duellare, ma altri personaggi hanno avuto una parte ben più magra, mentre altri sono totalmente assenti. In due ore di lungometraggio sviluppare una storia con un ritmo narrativo adeguato e senza mai peccare di superficialità è stato un obiettivo difficile, ma raggiunto in modo egregio e per farlo era inevitabile sacrificare qualcosa. Una serie animata di 224 episodi porta ad incontrare tanti personaggi, ad affrontare questioni di diversa natura, se la sceneggiatura avesse guardato indietro a questi elementi, non avrebbe avuto alcuno sviluppo, si sarebbe limitata ad essere un grande tributo al passato, senza alcuna novità o progresso. Quello che può essere potenzialmente un difetto, riesce ad essere un pregio, anche se qui la critica può chiaramente dividersi.
Ci si può stringere però intorno a un’univoca rassicurante verità: Yu-Gi-Oh! The Dark Side of Dimensions riesce ad emozionare in modo genuino per la sua crescita come storia, contenuti e caratterizzazioni, senza peccare di superficialità o senza puntare ad obiettivi difficilmente raggiungibili, è una storia che prende il diploma di maturità insieme ai protagonisti creando quella che può essere (o non essere) una conclusione definitiva, capace di far venire gli occhi lucidi ad un semplice estimatore del franchise, quanto al fan più esigente.