5) Cold War
Cold War di Pawel Pawlikowski
Dopo lo straziante Ida, il regista Pawel Pawlikowski, continua a indagare le ferite di un continente e di un secolo intero raccontando l’amore impossibile di una coppia nella Varsavia del secondo dopoguerra ridotta in macerie. Cold War mostra in un bianco e nero superlativo, che ricorda La Notte di Antognoni, una storia appassionante in un’epoca difficile della nostra storia. Un film breve (85 intensissimi minuti), ma struggente, candidato al miglior film straniero ai Golden Globe e destinato ad entrare nella shortlist degli Oscar per la medesima categoria. Ma non vincerà, perché c’è chi ha fatto meglio, e sempre in bianco e nero.
4) Chiamami col Tuo Nome
Chiamami col Tuo Nome di Luca Guadagnino
Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di André Aciman, Chiamami col Tuo Nome è un film capace di raccontare con passione e naturalezza la scoperta del sesso. Un’elegante e poetica storia di formazione e conoscenza, arricchita dalla chimica fra i due attori protagonisti Timothée Chalamet e Armie Hammer. La consacrazione di Luca Guadagnino, passato nel giro di una decina d’anni da Melissa P. a numerosi riconoscimenti internazionali.
3) Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh
Presentato a Venezia a settembre 2017, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri è stato distribuito nelle sale italiane a partire dall’11 gennaio 2018. Dopo 7 psicopatici, piccolo capolavoro passato immeritatamente sotto traccia nel bel paese, Martin McDonagh torna con un film duro e pungente, che punta il dito contro i vizi e le contraddizioni della provincia americana. Una pellicola destinata a diventare un classico del cinema moderno.
2) ROMA
ROMA di Alfonso Cuarón
Un capolavoro in un luminoso bianco e nero, un ritratto estremamente intimo e personale. A cinque anni da Gravity, il regista Alfonso Cuarón realizza il suo 8½ e no, non perché ROMA è il suo ottavo lungometraggio o meglio, ottavo e mezzo, se si considera l’episodio Parc Monceau in Paris, je t’aime. In un mondo di pellicole d’autore sempre più autoreferenziali, Cuarón sembra girare per sé stesso, con un’attenzione maniacale ai dettagli ed alla ricostruzione di un Messico che non c’è più. Un film meraviglioso da un punto di vista prettamente artistico, e inattaccabile da un punto di vista tecnico. Cuarón non ci mostra una storia, ce la fa vivere.
1) Shape of Water – La Forma dell’Acqua
Shape of Water – La Forma dell’Acqua di Guillermo del Toro
E così The Shape of Water, tradotto alla lettera in italiano, sarebbe il miglior film dell’anno? No, probabilmente no, eppure è primo in questa classifica dei migliori film del 2018. Come mai? Senza tirare in ballo il reparto tecnico, per cui ogni film presente in questa classifica è inattaccabile, o la messa in scena pressoché perfetta ed una fotografia meravigliosa, si premia La Forma dell’Acqua – o meglio, il regista Guillermo del Toro – per essere arrivato a tutti senza tradire sé stesso. Il trionfo di chi non si è mai svenduto, di chi ha avuto il coraggio (e la fortuna) di fare sempre quello che più gli piaceva, raccontando la Storia attraverso favole fantastiche. Un film grandioso, che riesce a parlare attraverso il genere cinematografico di sesso, di razzismo, di politica, di handicap, di omosessualità, trattando tutti questi temi con una delicatezza incredibile. Ultimo ma non meno importante, Guillermo del Toro è riuscito per la prima volta nella storia a far incontrare due idee di cinema – Venezia e Hollywood – molto diverse tra loro, che mai si erano parlate, proprio come il mostro e la protagonista del film, Elisa, una straordinaria Sally Hawkins.