Elton John che interpreta se stesso in Kingsman – Il Cerchio d’oro, è stata sicuramente una delle scelte più azzeccate del deludente sequel della commedia di spionaggio rivelazione del 2014, Kingsman – The Secret Service. Sul set, il poliedrico artista ha incrociato il protagonista di quei film, l’attore Taron Egerton, che da domani potremo ammirare al cinema proprio nei panni di Elton John, in Rocketman. A poco più di 6 mesi dall’uscita nelle sale di Bohemian Rhapsody, il biopic musicale di maggior successo nella storia del cinema, ecco arrivare un nuovo film pronto a far ripercorrere agli spettatori le gesta di uno degli artisti più eccessivi della musica.
Rocketman – Bohemian Rhapsody: un confronto come punto di partenza
Solitamente, si valuta un film per quello che è, indipendentemente dal contesto. Nel caso di Rocketman però, è difficile non considerare il film sui Queen come termine di paragone, vuoi per il successo avuto (sia di pubblico che di critica), vuoi per il fatto che il regista di Rocketman sia quel Dexter Fletcher chiamato all’ultimo minuto in sostituzione di Bryan Singer proprio sul set di Bohemian Rhapsody. E quindi dopo una prima e superficiale analisi si potrebbe affermare che il biopic di Freddie Mercury sarebbe potuto risultare simile a quello su Elton John se Fletcher avesse avuto libertà creativa e avesse impostato le riprese dal giorno uno. Preso atto che la prova per poter confutare (o asseverare) questa illazione non l’avremo mai, una cosa è certa: Rocketman è profondamente diverso da Bohemian Rhapsody, perché plasmato ad immagine e somiglianza di colui che l’ha ispirato. Esagerato, travolgente, colorato e senza misure, Rocketman è prima di tutto la storia di un personaggio unico, ma anche un musical divertentissimo.
La storia di un gallese destinato ad interpretare icone inglesi
La prima differenza tra i due film è proprio la gestione della musica che, se in Bohemian Rhapsody è un meraviglioso contorno in Rocketman è assoluta protagonista. Se Rami Malek durante le scene di canto si è limitato a muovere le labbra mentre passavano le canzoni registrate, Taron Egerton ci ha messo la voce. E che voce. Un rischio che ha portato il film ad apparire quanto meno più vero e sincero. L’interpretazione di Egerton è molto più spinta di quella del collega premiato col premio Oscar lo scorso febbraio, e riesce a far emergere in tutta la sua grandezza lo spirito esuberante del cantautore britannico. Anche il supporting cast non è stato da meno, menzione speciale a Bryce Dallas Howard (Jurassic World: Il Regno Distrutto) nella parte di Sheila Eileen, la madre di Elton John, mai stata così convincente in carriera.
What a musical
Dexter Flecter non è nuovo al mondo della musica raccontato al cinema. Oltre ad aver concluso le riprese di Bohemian Rhapsody nel 2017, ha diretto nel 2013 Sunshine on Leith, adattamento dell’omonimo musical basato sulle canzoni del gruppo folk-rock scozzese The Proclaimers. Queste sue esperienze hanno sicuramente aiutato il regista a confezionare un musical davvero ben riuscito. Le coreografie delle diverse canzoni sono complesse e divertenti, messe in scena nei minimi dettagli ed accompagnate da una regia non invasiva, ma di classe. Prendendo ad esempio la scena in cui viene cantata e ballata Saturday Night’s Alright (For Fighting), si vede chiaramente come il bellissimo piano sequenza segua la crescita del protagonista senza farci perdere nemmeno un passo della splendida coreografia.
Non siamo però davanti ad un film ineccepibile, che si perde un po’ in alcuni passi pregni di retorica, in cui c’è sicuramente la mano di Elton John e dell’attuale marito (nonché manager) David Furnish. Ciò non toglie però la folle e contagiosa energia positiva del film che lo rende uno dei musical più riusciti degli ultimi anni.